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Ciclismo: spoglie Fantini tornano in Abruzzo dopo 60 anni

Trovò la morte in una tragica volata durante Giro di Germania

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Le spoglie del campione di ciclismo Alessandro Fantini tornano a casa, nella sua Fossacesia (Chieti), dal cimitero di Brescia, sua città di adozione, dopo 60 anni: Fantini morì tragicamente, a 29 anni, il 5 maggio 1961 a Treviri (Germania), durante una volata. In occasione dei 60 anni dalla sua scomparsa è stato approntato un ricco programma commemorativo per sabato e domenica, 4 e 5 settembre.

 Sabato alle 17 ci sarà la cerimonia di tumulazione nella cappella di famiglia nel cimitero di Fossacesia, e per l'occasione verrà inaugurato un cippo a lui dedicato opera dello scultore Antonio Di Campli. Domenica, alle ore 10, ci sarà la partenza della 60/a edizione del Gran Premio "Alessandro Fantini" con la partecipazione di numerose rappresentative ciclistiche regionali. Il programma è stato illustrato oggi al comune di Fossacesia, presenti il sindaco Enrico Di Giuseppantonio e il direttivo dell'associazione ciclistica "Fantini", presieduto da Antonio Cimini.
    Sandrino, come era amorevolmente chiamato il professionista, fu ciclista di grande talento ed espresse tutto il suo valore negli anni d'oro della sua attività tra il 1948 e il 1961.
    Numerosi i successi in competizioni nazionali ed internazionali.
    In particolare le sette vittorie di tappa al Giro d'Italia, conservando per nove giorni la maglia Rosa, e due al Tour de France. Fu più volte anche maglia azzurra. Il giorno della scomparsa Fantini era in volata, quasi vincitore sul traguardo di Treviri, quando la bici del tedesco Hans Jaroszewik ha agganciato la ruota posteriore di Sandrino che, caduto a terra battè la testa e andò in coma, spegnendosi due giorni dopo. La sua leggenda è ancora vivente in Abruzzo. Di lui Gianni Brera scrisse: "Cieco d'orgoglio, sa mangiare il manubrio".

 

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