Quando mamma ci voleva fare qualcosa di buono, per merenda ci preparava le frittelle (le chiamava “le pscell a frett”). Ne eravamo ghiotti anche perché in casa nostra i dolci scarseggiavano. Mamma non seguiva una ricetta precisa, andava “sempre a occhio” ma ciò nonostante era sempre una grande bontà soprattutto nella versione dolce. Per preparare questa leccornia prediligeva la farina di grano duro mischiata con un pugnetto di farina ’00. Aggiungeva acqua e sale quanto bastava e un po’ di lievito di birra. L’impasto doveva risultare medio morbido. Lasciava lievitare per una mezzoretta. Divideva l’impasto in diverse parti e con un matterello le stendeva, le soffriggeva da ambo i lati in un filo d’olio di oliva. Una volta cotte e ancora calde le cospargeva con dello zucchero semolato. Erano davvero squisite ancora calde.
Le “Donne in Campo-Cia”, principale Associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura, della provincia di Chieti hanno racchiuso le ricette della cucina tradizionale in una guida dal titolo “Il cuore della Rondinella” che si è aggiudicato il primo premio "Italia da conoscere, narrazione del territorio" promosso dall'Associazione Italiana del Libro in collaborazione con il sistema Res Tipica. Per riscoprire queste ricette semplici e salutari, sansalvo.net propone ogni mercoledì una di queste ricette. Ecco la settima ricetta.
Ingredienti
300 grammi di farina, 150 grammi di acqua, 1 uovo, un pizzico di sale e un pizzico di zucchero.
Procedimento.
Impastare in una ciotola gli ingredienti fino a ottenere una massa abbastanza liquida, e con un mestolo versare una piccola quantità in una padella ben calda e unta con olio, rigirando per far distribuire il composto. Si possono mangiare salate con olio nuovo o zucchero.
(foto da http://www.tastingabruzzo.it/frittelle.html)