Chi mastica, anche solo un po’ di politica e non è un fedayn di questo o quell’altro schieramento, capisce che, numericamente a San Salvo dopo il Consiglio di ieri, gli equilibri politici sono questi: 4 – 5 – 8.
Infatti 4 sono Argirò, Di Ninni, Di Toro e Lipppis (in ordine alfabetico) che ieri non erano in aula ad un certo punto della seduta: Argirò, perché uscito e gli altri tre proprio non presenti. Questi 4, per quanto eletti in liste diverse (Argirò addirittura in alleanza col centrosinistra), sono “politicamente molto distanti” dalla Magnacca. Il primo si è candidato alle regionali in una lista diversa dalla sua; il secondo ed il terzo hanno pubblicamente appoggiato Marcovecchio; il quarto non l’ha sostenuta (quanto meno pubblicamente). I 4, insomma, potrebbero essere (se lo vorranno) come il vecchio Psi o il Nuovo Centrodestra di Lupi ossia potranno allearsi con gli uni o con l’altra. Ma, conoscendoli, è chiaro che, se lo faranno, sarà alla luce del sole.
I 5 sono Bolognese, Mariotti, Tascone, Torricella e Travaglini (sempre in ordine alfabetico), fanno riferimento al centrosinistra ed hanno come leader Fabio Travaglini. Non si comprende perché, come ha scritto Noixvoi24, non siano usciti dall’aula ieri, beccandosi l’accusa di “sostegno occulto alla maggioranza” che (in presenza di questo quadro politico) non ha più i numeri. Poiché 5 + 4 = 9, è chiaro che, almeno in questo Consiglio (poi le elezioni sono tutt’altra cosa), se il centrosinistra riesce a fare un accordo coi 4 di cui sopra, ribalta la maggioranza. Ma è cosa da vedere…
Gli 8 sono i magnacchiani duri e puri (Oddio qualche incazzoso ci sarà pure, ma è difficile esca un ulteriore dissidente). Con 8 non si governa e Donna Tiziana lo sa bene. Di recuperi ne ha tentati diversi (a destra e a manca), ma se i tre ieri non c’erano vuol dire che non ha sortito effetti… almeno per adesso e nonostante sia una delle Donne più potenti d’Abruzzo. Il sindaco sembra non riuscire a “navigare” come fa, per esempio, il collega di Chieti (che pure non ha i numeri) ed ogni tanto si fa dare una mano dall’Opposizione. Bisogna capire qual è la linea della Magnacca: vuole far fare alla De Nicolis quel che ho appena detto di Ferrara e cercare di arrivare a fine mandato senza numeri?
Ps. La Magnacca potrebbe attingere ad un precedente storico (lei lo conosce, perché il mio libro se l’è letto!) successo nel ’77. L’allora suo predecessore alla leadership cittadina (Don Lillino Artese), visto che non aveva i numeri in Consiglio (10 Dc, 9 Pci e 1 Psi), mandò tutti a casa, rivotò e rivinse. Certo allora il sistema elettorale gli consentiva di fare il sindaco e stare alla Cassa per il Mezzogiorno. Dall’ultimo rimpasto (che un mio amico che ci capisce ha definito “elettorale”) si potrebbe leggere questo: Io Donna Tiziana fortifico i magnacchiani candidando Travaglini (Gianmarco), con Faga che arriva a 1000 voti (e perciò gli ho dato la manutenzione), io punto a 2000 voti e vi affronto tutti a viso aperto, anche se state tutti contro di me. Ma stanno tutti contro di lei?