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"Chi ascolta la Parola di Dio, l’accoglie e la fa fruttificare, ha un posto nel regno dei cieli"

Commento al vangelo

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Il vangelo di oggi è quel tipico vangelo che indispone l’ascoltare medio domenicale; sentirsi dire con nonchalance da Gesù che «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» non è che sia proprio il massimo per chi abitualmente non esercita queste due professioni. L’alternativa che potrebbe portarci a pensare: “Allora conviene essere peccatori” certamente non è la chiave di lettura giusta.

Proviamo ad entrare in questa breve ma interessante pagina evangelica. Iniziamo con il dire che Gesù non si spaventa di fronte al peccato; per lui, come dovrebbe essere per noi, il peccato non è il centro o la verità dell’uomo, ma una deviazione che danneggia e indebolisce l’uomo stesso. Il vero peccato consiste nel non rendersi conto di essere peccatori e conseguentemente di non ritenersi bisognosi di conversione e di salvezza.

Per questo motivo le parole di Gesù nel vangelo rischiano di essere buone ed interessanti certamente, ma sempre destinate ad altri. Chi sono i cattivi, gli approfittatori, i peccatori, i traditori, ecc…? Sempre e solo gli altri. Noi? Mai. Per cui la parola di Gesù ci scivola addosso, senza mutare una virgola nella nostra vita. È l’immagine del figlio che dice di si, ma poi non va nel campo del Signore.

Chi invece ascolta la Parola di Dio e, nonostante la sua durezza, l’accoglie e la fa fruttificare, pur che sia un ladro o una prostituta ha un posto nel regno dei cieli che nessuno potrà rubare. È l’immagine del figlio che non ha alcuna voglia di andare ma alla fine vi si reca pentendosi. Il pentimento è proprio ciò che permette di fare verità su noi stessi, che ci permette di ascoltare il vangelo e di dire “è per me!”, sono io quel ladro e quella prostituta. La storia della santità ci evidenzia questa consapevolezza intima. Leggendo le vite dei santi si resta dal fatto che essi, costantemente, si sentivano peccatori. Non di facciata, perché così bisogna dire, ma perché era soltanto la verità più evidente di ciascuno. Al contrario, la storia e la nostra esperienza è piena di peccatori che si credono santi; l’evidenza di tutto ciò sta nella scarsissima frequenza di noi tutti, preti e laici, al sacramento della confessione. «Avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti» dice Gesù…e forse se non ci siamo nemmeno pentiti, in fondo, non abbiamo visto niente.

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