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Cerchiamo la voce di Dio tra le tante voci

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Le letture di questa domenica mettono in risalto un aspetto costante del comportamento di Dio: la ricerca della nostra collaborazione. Tutta la Bibbia mette in risalto questa verità. Anche oggi Dio cerca collaboratori, la sua Parola è una grazia perché in noi il cuore si apra ed Egli compia il miracolo della nascita di un apostolo, di un collaboratore di Dio.

La prima lettura ci presenta la chiamata di Samuele, figlio di due genitori splendidi che avevano tanto pregato per generare un figlio ed erano felici di vederlo collaboratore di Dio. (oggi esistono ancora famiglie così?).

Le scelte dei figli risentono sempre del clima che si è instaurato in famiglia in bene e in male.

La Bibbia presenta Samuele che vive accanto al tempio. Il suo rapporto con Dio è ancora soltanto un’abitudine, è una educazione religiosa ricevuta. Ma viene per Samuele il momento decisivo in cui scopre lentamente la verità di Dio: si accorge che Dio è una Persona: prende sul serio la preghiera e capisce che Dio soltanto è, mentre tutto il resto passa velocemente.

Samuele sente finalmente la chiamata di Dio e risponde senza indugio: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!

Tutta la grandezza di Samuele sta in questa disponibilità poiché egli ha capito la diversità che esiste tra Dio e tutto il resto, egli capisce anche la serietà della vita e la sente come chiamata e missione.

Oggi perché la vita, per troppi giovani e adulti, è diventata banale? Perché sentono il bisogno di ubriacarsi, di drogarsi, di stordirsi con il chiasso o con la velocità dei motori?

Esattamente perché la gente è vuota, le banalità sono diventate ideali, gli scopi della vita si sono abbassati a livelli indegni dell’uomo.  Papa Francesco qualche giorno fa affermava di puntare in alto, guardare il cielo, una luce ci illuminerà Dobbiamo lottare perché la vita sia sentita come un grande dono, come momento unico, come occasione irripetibile: è dentro una visione grande e seria della vita che maturano vocazioni.

Nel Vangelo la situazione di Samuele si ripete nella vita degli apostoli: ora per loro il problema è sentire Dio in Cristo; è decifrare il senso della vita alla luce di Dio.

Questo è anche il nostro problema.

 Giovanni racconta: “Gesù stava passando…” E’ una verità perenne. Accanto alla vita di ciascuno passa Dio! Puoi non sentirlo, puoi non vederlo, puoi non crederlo e non amarlo, ma resta la verità: Dio ti passa accanto continuamente. E’ scritto nel libro dell’Apocalisse: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

Un celebre psicologo all’ingresso della propria casa aveva fatto scrivere: “Chiamato o non chiamato, Dio ti è sempre accanto!”. Cristo, infatti, è Dio tra noi.  Egli è qui e nessuna vita è vivibile fuori di Lui. Ma come riconoscerlo?

Giovanni il Battista, appena vede Gesù, lo fissa, lo riconosce e grida: “Ecco l’Agnello di Dio!”

Che significa questa affermazione? Giovanni collega la presenza di Dio alla scelta della mitezza, della bontà, del sacrificio, della croce. L’esperienza di tanti santi ha confermato la parola di Giovanni.

Prima di accostarti al debole, al povero, all’ammalato: ci sentirai una pienezza interiore che null’altro è, se non la presenza di Dio. Prova a rinnegare il tuo orgoglio, prova a sorridere alla croce, ad amarla, prova a dare senza attendere: avvertirai una gioia mai sentita, che è tipico frutto dell’essere accanto a Dio.

Oggi, perché tante persone sentono Dio lontano? Perché non lo cercano dove Dio è; perché non combattono la propria cattiveria, che rende ciechi ed estranei a Dio pur avendolo accanto.

Dopo l’atto di fede di Giovanni il Battista, due giovani si staccano da lui e si avvicinano a Gesù. Gli domandano: ”Maestro, dove abiti?” Gesù risponde: “Venite e vedrete”.

Risposta stupenda. Gesù dice: “Chi è Dio, non si può raccontare: si può capire soltanto vivendo la Vita di Dio”.

Che cos’è la pace di Dio, non si può dire per capire, bisogna vivere la pace.

Che cos’è la fede in Dio, non si può esprimere a parole: è vivendo la fede che si capisce la fede”.

Per questo Gesù avverte i due giovani  (e tutti noi) di non cercare Dio dall’esterno, di non accontentarsi di una bella definizione di Dio.

Ecco la lezione meravigliosa di Cristo: “Volete conoscermi? Cominciate a vivere la mia vita e tutto vi diventerà più chiaro”.

I Santi non sono parolai, ma persone che vivono la Parola. E’ una cosa ben diversa.

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