“Tu, o Signore, non vuoi che perdiamo tempo dietro profezie strane, né che ci lasciamo infatuare da complicati calcoli astrologici. Questo mondo è destinato a finire, ma chi crede in te, Gesù, sa di non andare incontro ad un baratro oscuro, ma verso un compimento destinato a portare una gioia eterna”
Alla fine dell’Anno liturgico la Parola di Dio di questa domenica ci sprona a valutare il nostro essere pellegrini: il nostro cammino ecclesiale. Chi è il credente? È colui che alla scuola del fico sa essere tenerezza per l’altro, è colui che alla scuola del fico sa essere pronto a portare frutti per l’altro, è colui che alla scuola del fico sa vivere il suo “non ancora” con speranza. Le letture di questa domenica non indicano la fine del mondo ma la fine di un mondo: sarai pronto, come il fico ad aprirti all’estate della venuta di Dio in te quando dentro di te non ci sarà più posto per l’inverno del pessimismo, del guardare sempre e solo al passato, dell’essere non credente praticante, dell’essere bravi con le parole ma scarsi con la testimonianza della vita. Sarai pronto per l’estate dello Spirito quando non aspetterai false luci che abbagliano e non riscaldano ma quando sarai il pellegrino dell’attesa di Dio luce vera che illumina la nostra notte. La Chiesa è fedele al suo Signore quando sa guardare oltre l'inverno e credere nell'estate che inizia. Ad ognuno di noi il compito bello di essere non portatore di freddezza o di paura ma profumo e sostanza di spazi aperti e illuminati.
“Santa Maria, vergine dell'attesa, donaci un'anima vigiliare. Ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell'avvento. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci, finalmente, arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l'aurora”