Insoddisfazione e amarezza da parte della U.S. San Salvo Calcio in merito ad un'ammenda di 500 euro, più una partita a porte chiuse, assegnata dalla FIGC al termine dell'ultima partita Sulmona - San Salvo. Nel corso del match infrasettimanale - disputatosi mercoledì pomeriggio a Sulmona, terminato con la sconfitta del San Salvo per 1 a 0 - una ventina di tifosi, di cui 5 dirigenti, sono stati accusati di aver lanciato e colpito con un'asta di bandiera il guardalinee della gara.
Nessuno sembra essersi accorto di nulla: polizia, giornalisti presenti, dirigenti e tifosi stessi. Nessun tafferuglio sugli spalti, una partita assolutamente "tranquilla" dal punto di vista sportivo. Il guardalinee sostiene nel referto arbitrale di essere stato insultato e per ultimo colpito, con l'asta di plastica, dietro l'orecchio sinistro senza aver riportato alcun "trauma" del colpo.
La domanda da parte dei dirigenti è: "come si fà ad accusare la tifoseria del San Salvo quando sulgi spalti erano presenti, in misura di gran lunga superiore, anche i tifosi del Sulmona? Non è che la Lega voglia arricchirsi a spese di società sportive come la nostra soltanto per "fare cassa"?
"Noi dirigenti facciamo sacrifici enormi per portare avanti la squadra" - dichiara Mario Porchia amministratore unico della società - "lo facciamo con la massima umiltà e sportività , qualità queste che hanno sempre contraddistinto tutti i componenti della nostra società . Attenzione però, perchè l'umiltà non deve essere necessariamente scambiata per debolezza, anzi..."
La denuncia questa voltà avrà un forte risonanza, contro tutti coloro che pensano di poter guadagnare ingiustamente e indegnamente sullo sport, e su chi ci crede.
Mario Porchia - Amministratore unico della U.S. San Salvo