SCHAVI DI ABRUZZO - Una partecipazione di pubblico al di la delle più rosee previsioni ha salutato la conferenza dal titolo ''Incontro con la Storia'' organizzata, sabato scorso, dall'associazione Centro Comunitario Italico, nella sala convegni del locale ''L'Invidia'', nei pressi dei templi italici in località Colle della Torre, in agro di Schiavi di Abruzzo. Dopo il saluto del presidente della Comunità Montana, Luciano Piluso, del presidente dell'associazione culturale, Armando Falasca, e del presidente onorario, Vittorio Colangelo, e del past-president Luigi Falasca, si è entrati nel vivo con l'intervento dei relatori. Giovanni Balletta, storico di Catanzaro, ha tenuto una relazione sul tema ''Storia economica dal Sannio ai tempi moderni'', mettendo in luce i motivi del declino dei Sanniti e le possibili cause economiche della guerra contro i Romani. Lo studioso ha colto l'occasione per ricordare una sua tesi sull'origine del nome di Schiavi di Abruzzo. In passato potrebbe essersi verificata una deportazione, dalla Calabria verso l'Abruzzo, di popolazioni schiave dei Bruzzi, da cui appunto il nome Schiavi di Abruzzo. Il secondo intervento, sul tema ''Dal culto italico alla religiosità benedettina nella Valle del Trigno'', è stato amabilmente proposto dal noto architetto di Capracotta, Franco Valente. Lo studioso ha presentato i risultati di alcuni suoi studi che nascondono qualcosa di sensazionale. Valente ha infatti notato che i numerosi templi italici e santuari presenti nella zona abruzzese e molisana che un tempo era abitata dai Sanniti si trovano a distanze ben precise e cadenzate. Località Civitella di Torrebruna, i templi italici di Schiavi di Abruzzo, quelli di Vastogirardi, passando per Pietrabbondante, continuando verso Isernia e fino a San Giovanni in Galdo sono tutti luoghi sacri posti sullo stesso asse e alla distanza di undici chilometri e duecento metri l'uno dall'altro. Una ripetizione che non può essere casuale, ma evidentemente si basa su regole matematiche ben precise similmente a quanto succede in molti templi e santuari che rispettano la regola del rettangolo aureo. L'eclettico architetto Valente non sa o non vuole ancora spiegare cosa c'è dietro questa affascinante legge di ripetizione, ma, assicura, ci sta lavorando.
Francesco Bottone