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Schiavi il comune acquista la Chiesetta Valdese

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SCHIAVI DI ABRUZZO - L'amministrazione comunale del piccolo centro montano del Vastese ha recentemente acquistato una piccola chiesa di culto valdese che ha intenzione di ristrutturare e adibire a biblioteca. Il termine ''valdese'' deriva dal nome ''Valdès'' di un mercante di Lione, vissuto a cavallo tra i secoli XII e XIII, che alienò i suo beni terreni per dedicarsi alla predicazione del Vangelo. Il culto valdese ha come punto centrale la predicazione della Sacra Scrittura, e a differenza del cattolicesimo rifiuta ogni forma di venerazione per i santi e la Madonna. Inoltre per i valdesi non esistono sacerdoti, ma tutti i credenti, sullo stesso piano, sono invitati alla testimonianza e alla predicazione. Grazie al materiale redatto a cura del compianto ingegner Ascenso Colangelo, siamo in grado di fornire qualche cenno storico sulla chiesa valdese di Schiavi di Abruzzo. Venne eretta nel 1889 su iniziativa di Vincenzo Di Domenica, un emigrante che di ritorno dall'America, dove aveva abbracciato il culto protestante, decise di fondare una nuova comunità religiosa a Schiavi di Abruzzo. Nei primi del '900 i proseliti del culto riformato erano circa quaranta e proprio in quegli anni venne inaugurato il luogo sacro situato ancora oggi in via Umberto I, precisamente il 20 settembre del 1899 come ricorda una lapide posta all'interno. Dopo l'avvicendarsi di numerosi pastori, nel 1905 la cura della chiesa venne affidata a tale Antonio Amicarelli che tentò, invano, di far costruire un nuovo e più grande edificio sacro valdese. L'ultimo ad essersi interessato alle vicende del culto valdese è stato tale Armando Di Carlo, già stretto collaboratore di Amicarelli. La presenza dei Valdesi è andata lentamente e progressivamente diminuendo nel corso del secondo dopoguerra, tanto che oggi è di fatto scomparsa dal piccolo centro montano. Resta soltanto la cappellina in via Umberto I, sulla quale è scritto ''Predichiamo Cristo Crocifisso'', ma pare che anche quest'ultima traccia sia destinata a scomparire poiché l'amministrazione comunale ha in animo di adibire lo stabile a farmacia o a biblioteca. Francesco Bottone
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