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Chiara Amirante: la Madre Teresa del profondo 'Bronx'

Tanti i sansalvesi presenti a Vasto per la sua testimonianza

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Dopo un brevissimo balletto dal titolo Gioia sia, il parroco della chiesa di san Paolo di Vasto ha presentato Chiara Amirante come una «donna innamorata di Gesù». L’aveva conosciuta in un convegno diocesano sulla nuova evangelizzazione con il vescovo don Bruno.

Ella ha subito portato l’attenzione della sala gremita di gente, sul protagonista della serata in nome del quale tutti erano lì presenti ossia Gesù. Ha poi interrogato i presenti sulla gioia nel cuore. Il cristiano dovrebbe essere il testimone della gioia del Dio vivente che vuole fare nuove tutte le cose. Pochissime le persone che hanno alzato la mano per dire che avevano questa gioia nel cuore. Chiara ha poi sintetizzato i due segreti dati da Gesù stesso per essere dei testimoni gioiosi: rimanere nel suo amore perché la gioia sia piena e amarsi gli uni gli altri come Lui ha amato. Ella è sempre rimasta colpita dalla parola “come”. Gesù ha trasmesso un Dio “abbà” che non significa padre ma “papino”.

Nelle metropoli ci sono tanti deserti o meglio tanti inferi. Due desideri l’hanno spinta ad andare nelle zone più pericolose di Roma: la consapevolezza dell’amore di Dio e l'incontenibile desiderio dato dallo Spirito Santo di condividere questa gioia con le persone più disperate. Il popolo della notte è sterminato: tanti i giovani con la morte nel cuore.

All’inizio Chiara aveva tanti timori per andare nei sottopassaggi della stazione termini dove c’era il bronx del bronx: «Che posso fare? Sono una ragazza! Come posso parlare a queste persone di una gioia che non appartiene a questo mondo?». Le risuonavano in mente le parole «quello che avete fatto a questi piccoli è come se l’aveste fatto a me». Ella ha dovuto superare nei loro riguardi quell’atteggiamento di «etichetta di drogato, mafioso, ...».
In talune circostanze si fa la carità dando due euro, un panino ma non ci si preoccupa di fermarsi con loro.

Nella prima notte aveva la sensazione di cui parla Dante: entrare nell’inferno. La prima scena che le si presenta appena scende le scale è una violenta rissa e di qui la voglia di scappare. Ma poi vede un ragazzo (Angelo) accasciato a terra e si china su di lui per chiedergli come stava. Dopo due giorni questo ragazzo gli confessa che ella con il suo semplice ascolto lo aveva salvato: era al quinto tentativo di suicidio; il sapere che c’era una persona che l’ascoltava gli ha restituito la speranza. Voleva offrire a queste persone non solo un posto per dormire e mangiare ma un luogo dove potevano riscoprire la gioia di vivere. I costi erano esorbitanti.

Per sette mesi ha tentato invano di trovare una soluzione: ha girato, presentato progetti ai vari enti, si è rivolta ai politici che promettevano ma poi... Si rivolge così alla mamma celeste: «voi mi ci avete messo in questo guaio quindi trovate voi i soldi». In preghiera le escono questi due passi del vangelo: «non preoccupatevi di quello che mangiate e… va vendi tutto e seguimi…».

Dopo i ripensamenti umani naturali ha lasciato tutto, preso un jeans, una maglietta e una felpetta per vivere in strada con queste persone. Nello stesso giorno di questa decisione sono arrivate tre telefonate che le comunicavano che le mettevano a disposizione gratuitamente una casa e dei locali di ascolto.

I vestiti e il cibo arrivavano, ma alla fine del primo mese è arrivata la prima bolletta della luce: 582 mila lire! Ella va in cappella e porta questa bolletta a papino: «pensaci tu io vado ad ascoltare quel tale». Dopo un po’ arriva una signora che le chiede informazioni su quel centro di accoglienza e alla fine del colloquio questa le dice «si offende se lascio un offerta?». L’offerta era esattamente di 582 mila lire, la stessa cifra necessaria per pagare la bolletta.

Dopo questi fatti e tante altre provvidenze sono nati 207 centri Nuovi Orizzonti sparsi per tutto il mondo. Il caffè spirituale di questi centri è quello di leggere il vangelo del giorno e trarre da questo un insegnamento da vivere alla lettera.

A conclusione dell’incontro ha dato ai presenti questo messaggio: «Dio ha un sogno meraviglioso per ciascuno di noi e ci ama immensamente. dobbiamo essere santi. Egli ha solo bisogno del nostro “eccomi». Dobbiamo essere il popolo della gioia.

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