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''Cosa ci tocca difendere'', campagna di informazione.

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ALTO VASTESE - Anche nei piccoli centri dell'Alto Vastese i grandi temi che dividono le coscienze dei singoli animano il dibattito pubblico. ''Cosa ci tocca difendere'' è la frase ad effetto che lancia la campagna informativa che alcuni cittadini dei paesi montani hanno sposato e stanno portando avanti, con l'ausilio delle potenzialità messe a disposizione da internet. ''All'ospedale di Careggi il piccolo Tommaso è sopravvissuto ad un aborto tardivo (non usiamo volutamente la parola terapeutici, troppo ambigua), non è stato assistito per venti minuti dopo la nascita, ed è sopravvissuto sei giorni. - si legge nella e-mail diffusa in questi giorni dai cattolici impegnati in politica dell'Alto Vastese - All'ospedale San Camillo a Roma chi si sottopone ad aborto tardivo firma un consenso informato con cui chiede di non rianimare il neonato, se sopravvive all'aborto. Questi fatti ci fanno orrore. E sembrano non essere eventi eccezionali, almeno da quanto trapelato dai giornali''. La legge 194/78 sull'aborto, all'art 7 prevede che dopo i primi novanta giorni di gravidanza, cioè ''quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso in cui la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna''. ''Se la gravidanza è in fase avanzata, tanto da far ipotizzare la possibilità che il feto nasca vivo, - continua l'appello telematico dei cattolici dell'Alto Vastese - la madre può abortire solo se è in pericolo di vita, e bisogna far di tutto per salvare il neonato: la 194 cerca di limitare al massimo gli aborti tardivi. I fatti del Careggi e del San Camillo, così come riferiti dai media, sembrano evidenti violazioni di questa legge, che tutti a parole dicono di non voler toccare, ma che poi molti disattendono''. ''Vogliamo sapere cosa sta succedendo negli ospedali italiani dove si praticano aborti tardivi. - chiude seccamente il comunicato fatto girare on line dall'universo cattolico - Vogliamo sapere quanti sono i feti espulsi vivi, vogliamo sapere quanti ne sopravvivono, vogliamo sapere se viene fatto di tutto per salvarli. Vogliamo sapere se ci sono violazioni alla legge 194 (e al codice penale). Noi quella legge non l'abbiamo voluta, l'abbiamo subita. Adesso chiediamo che venga rispettata in tutte le sue parti. Cosa ci tocca difendere!''. Per aderire alla campagna si può sottoscrivere la petizione on line all'indirizzo http://www.samizdatonline.it/adesione.lasso?c=16.
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