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Sale la tensione politica a Castelguidone.

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CASTELGUIDONE - Quella che si sta vivendo nel piccolo centro montano è una delle fasi pre-elettorali tra le più accese che si ricordino nella vita politica locale. E d'altro canto era abbastanza prevedibile che fosse così, visto che si tratta di elezioni anticipate, divenute indispensabili dopo le clamorose dimissioni, nei mesi scorsi, del sindaco Mario Cicchillitti. Una frattura intestina alla propria maggioranza, con la fuoriuscita di ben tre consiglieri, tra i quali l'allora vicesindaco e un assessore di peso, ha praticamente costretto il primo cittadino a rimettere il mandato per verificare, attraverso lo strumento del voto, l'effettivo peso specifico del suo consenso. Dopo essersi organizzati in gruppo politico a se stante, passando formalmente e sostanzialmente dalle poltrone della giunta comunale ai banchi dell'opposizione, pare ora che i cosiddetti fuoriusciti, tra l'altro amministratori di lungo corso, non abbiano alcuna intenzione di interessarsi dell'imminente prova elettorale. Un'altrettanto clamorosa uscita di scena, anche se in molti pensano che gli interessati stiano bluffando, pura pretattica. Nemmeno la lista di opposizione ufficiale, il gruppo di Alternativa la Ginestra, una compagine vicina a Rifondazione Comunista, che aveva sfiorato la vittoria nel 2004, sembra troppo desiderosa di confrontarsi con il determinato Mario Cicchillitti, pronto a cingere nuovamente la fascia tricolore, spalleggiato da un enturage di giovani, molti dei quali alla prima, o meglio alla seconda, dopo quella appena conclusa, esperienza politica. Il populismo pare essere l'arma vincente di Cicchillitti, inteso come vicinanza alle necessità quotidiane, spicciole della cittadinanza, in particolare con i residenti nelle frazioni. E questa forma di populismo sembra pagare, se è vero che, come sostengono gli osservatori politici locali, le quotazioni dell'ex sindaco sono ancora in ascesa. Sembrerebbe un paradosso quello di un sindaco che aumenta consensi proprio dopo due mesi dalle proprie dimissioni, innescate da una frattura intestina alla sua ex maggioranza, ma pare sia proprio così, anche se i ritmi di crescita iniziale del consenso hanno ora subito un fisiologico rallentamento. Si profila dunque una competizione senza concorrenti per Cicchillitti e i suoi uomini? Un'unica lista, un'elezione di tipo referendario, pro o contro un unico candidato? Una vittoria servita su un piatto d'argento? Le indiscrezioni dell'ultima ora sembrano protendere per il no, e infatti già si vocifera in ambienti accreditati ed attendibili che ci siano movimenti in atto, tentativi concreti, anche avanzati, di mettere su una lista antagonista, o meglio alternativa a quella di Cicchillitti. La presenza di almeno due sfidanti sarebbe sicuramente auspicabile e la democraticità della vita politica locale e il pluralismo ne trarrebbero sicuramente giovamento.
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