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I cacciatori contro il regolamento ''imposto'' dai Verdi.

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ALTO VASTESE - Hanno disseppellito l'ascia di guerra i cacciatori del Vastese, in accordo con tutte le sigle delle associazioni venatorie non solo del Chietino, ma dell'intera regione. E si preannuncia una stagione davvero infuocata per l'assessore regionale Marco Verticelli, ancora una volta nel mirino dei cacciatori. Con un documento congiunto, firmato da tutte le associazioni venatorie, le doppiette intendono ''stigmatizzare il comportamento dei competenti organi regionali'' in merito al recente regolamento contenente le linee guida per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati. ''Il regolamento non è stato concertato con le associazioni di categoria, - protestano i cacciatori - contravvenendo ai principi democratici, ed imponendo linee guida non condivisibili sotto il profilo gestionale, tecnico e attuativo''. Le associazioni venatorie condividono, nella sostanza, la necessità dei controlli sanitari sui selvatici abbattuti, per prevenire rischi di ordine sanitario, e soprattutto della prevenzione dei danni alle colture agricole arrecati in particolare dai cinghiali, mentre protestano per la ''illogicità tecnico-operativa'' contenuta nel documento partorito unilateralmente dalla Regione Abruzzo. ''Oltre a limitare la fruibilità del territorio, - continuano le associazioni venatorie - non possiamo condividere il principio del 'distretto di caccia' e riteniamo eccessiva l'istituzione di corsi obbligatori per tutti i cacciatori''. La lettera di protesta dei cacciatori è stata indirizzata al Governatore d'Abruzzo, agli assessorati regionali e provinciali competenti e ai rispettivi presidenti delle commissioni agricoltura delle due istituzioni. L'auspicio dei cacciatori è che si possa ''organizzare un tavolo di concertazione con tutte le componenti interessate, al fine di risolvere democraticamente questo spinoso problema, per costruire un regolamento che sia condiviso, al fine di evitare una immediata e massiccia azione di protesta''.
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