Colpisce l'elevato numero di liste e movimenti civici sorti per le imminenti elezioni, del 27 e 28 maggio. Quali le cause, i motivi che spingono i cittadini che vivono soprattutto nei piccoli comuni ad aggregarsi in movimenti e liste civiche? Sicuramente la gente ritiene di non aver ricevuto risposte adeguate ai bisogni espressi cinque anni fa. Forse questa potrebbe essere una delle ragioni per le quali la gente non vuole rinnovare la fiducia ai partiti tradizionali. E' anche vero che oggi le sezioni di partito soprattutto nei piccoli comuni, non svolgono più quel ruolo che avevano in passato, c'è disinteresse alla vita politica-amministrativa, mancanza di partecipazione popolare c'è appiattimento, mancanza di confronto, e di dialogo. Oggi anche il modo di amministrare la cosa pubblica è cambiato, con le dovute riforme che hanno comportato la separazione tra sfera politica e sfera gestionale, finalizzata ad una più efficiente ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali di ogni apparato pubblico, cosa che non tutti hanno capito. La nascita dei movimenti rappresenta la convergenza della volontà di tante persone mosse da un unico obiettivo: l'amore che ognuno nutre per il proprio paese e per la gente che, nonostante innumerevole difficoltà , ha deciso di rimanere fedele ad esso, di viverci e di amarlo. Oggi nei piccoli paesi, nonostante le innumerevole difficoltà legate al mutamento dei tempi ed al continuo crescere delle necessità di tutti, la gente vuole dare un diretto contributo al cambiamento. I partiti e gli uomini politici nei piccoli paesini non sono stati capaci di raccogliere le istanze, e i bisogni dalla gente, così, numerosi, cittadini hanno deciso attraverso i movimenti e liste civiche di impegnarsi in prima persona, nella speranza di avviare quel cambiamento sognato e sperato da una intera comunità . Il cambiamento comporta necessariamente una crisi, nessun cambiamento avviene in maniera indolore è il più delle volte esso è necessario, è un passaggio obbligato per crescere, maturare e soprattutto per i nostri piccoli paesi esso rappresenta l'opportunità di riguadagnarsi un proprio posto dignitoso nel panorama sociale, politico,ecc. Ma perché ciò avvenga bisogna saper cogliere e riconoscere i segni del cambiamento e soprattutto avere il coraggio di accettarli e favorirli, liberi da ogni sorta di condizionamento. Aver paura del cambiamento e soprattutto impedire e scoraggiare che avvenga, specie se con mezzi scorretti è sbagliato e non è democratico, sarebbe come voler recidere un fiore o impedire ad un bambino di crescere e diventare adulto, oppure voler fermare il corso della storia e continuare a mantenere uno status quo dove, come sempre ci sono i soliti burattinai e burattini, e la gente che più o meno inconsapevolmente subisce. Il mio auspicio è che i politici favoriscano questo momento di transizione, prevedibile, inevitabile e soprattutto utile per riflettere e per riorganizzare quei partiti politici che rendono qualificato l'ordinamento giuridico Italiano.