Cara Gabriella,
appena ho saputo, ho pensato non solo a Nicola ma anche a te, dando istintiva priorità alla tua sempre crescente volontà di fare, per tenere in piedi l’impero economico che il tuo rinomato papà Vito Tomeo, prematuramente scomparso aveva potuto lasciarti con la certezza di accomodarsi tranquillamente sulle soffici poltrone del Paradiso, con l’orgoglio di guardare le tue imprese multiformi e poliedriche e infine tempore vincenti.
Era contento del suo genero Nicola, che ti faceva sorridere e riposare di fronte alla clientela a cui tu hai dedicato e dedichi tutta te stessa.
Nicola col suo sorriso terapeutico, con la sua tranquilla e serena verve ti sosteneva e ti dava quella forza in più che a te faceva piacere, anche se il lavoro era tanto e faticoso Nicola aveva un senso dell’esistenza diverso, ma al tuo complementare così che i tuoi programmi risultavano rinforzati e spinti da una passione irrefrenabile.
Nicola rappresentava un’icona a cui tutti facevano riferimento per uno speciale e piacevole intrattenimento, il cui valore mediatico del Grand-hotel e prima dell’albergo Tomeo, non era da poco, specialmente quando col suo “atessano” e ruspante dialetto abbellito dalla costante attenzione al linguaggio dei suoi interlocutori.
Ora c’è Gioacchino, il vostro magnifico figlio a lui somigliantissimo e dello stesso modus vivendi, prezioso per te che rimani la regina del management senza confini e, quando le grandiose feste matrimoniali, i giganteschi e lussuriosi lampadari illumineranno i sontuosi e principeschi saloni dell’hotel Nicola sarà presente con il tintinnio dei cristalli, ti racconterà i momenti più belli, i fuochi d’artificio e la soddisfazione dopo incredibile stanchezza di vedere te al sorgere del sole con la tua testa appoggiata alla sua forte spalla che continua ad essere il pilastro più grande della potenza.