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Erica Cicconetti, discrezione e savoir faire un tutt’uno

Storie di vita

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Erica Cicconetti è una giovanissima barista di San Salvo con una grande passione per quello che fa.

Come e dove hai vissuto la tua infanzia?

Quando ero piccola io e i miei fratelli gironzolavamo dietro i banconi di questo bar. Vivevo questo ambiente in maniera molto serena perché stavo sempre con i miei genitori e percepivo che ci mettevano davvero il cuore in questo lavoro. Mio padre amava molto stare con gli altri e oltre ad avere dei rapporti molto cordiali con i suoi clienti, spesso e volentieri organizzava con loro delle uscite fuori porta in agriturismi della zona per il gusto di far stare insieme una dozzina di famiglie. Mamma e papà organizzavano il tutto nei minimi particolari senza nessun tornaconto ma giusto per il gusto di farlo.

Nell’arco dei tuoi soli ventotto anni di vita quali cambiamenti hai percepito in questo settore?

Da quando ero piccola “l’ambiente bar” è cambiato tantissimo. Una delle attività principali di questo bar erano le schedine. Ricordo che il sabato, dopo che tornavo dall’Acr, qui c’era un viavai incredibile di persone che venivano a giocare la schedina e/o il superenalotto. Oggi il bar è diventato quasi un ambiente di salotto in cui le persone, con l’occasione di un caffè o di un aperitivo, interagiscono tra di loro e e condividono dei momenti di convivialità.

Quali sono stati i tuoi studi e come è arrivata la scelta di fare questo lavoro?

Dopo le scuole medie ho frequentato il commerciale ad indirizzo turistico. In seguito ho cominciato gli studi di economia ma mi sono subito accorta che non era quello che volevo fare e ho deciso di dedicarmi a questa attività a tempo pieno. Oggi il nostro è un bar esclusivamente a conduzione familiare. A gestire questa attività siamo io, mio fratello e mia mamma. Ovviamente abbiamo dei ritmi di vita molto sostenuti. I clienti divengono spesso degli amici con cui mi fermo a chiacchierare volentieri a prescindere dal mio lavoro. Ultimamente sto pensando seriamente di ricominciare a organizzare delle uscite fuori porta sulla falsa riga di quello che faceva papà.

Per te qual è la cosa più bella del fare la barista?

Sicuramente il contatto col pubblico. Inoltre sono sempre rimasta affascinata dal design e dagli arredi e ultimamente un po’ per caso sto portando questa passione anche in questo lavoro. Tu mi potresti dire che sono due cose completamente diverse invece non è così. Qualche tempo fa ho organizzato il buffet di una festa di un’amica e in quell’occasione ho curato molto anche la presentazione del cibo con fiori, veli e simili. Alcuni che erano presenti al buffet ne sono rimasti colpiti e poi mi hanno chiesto anche loro questo servizio. E così da alcuni anni il nostro bar organizza anche buffet per matrimoni, comunioni, compleanni e ogni tipo di festa. Mi piace molto curare l’aspetto scenografico perché anche l’occhio vuole la sua parte ed è giusto esaltare al massimo i sapori. Ma siccome anche a me piace mangiare bene curo tantissimo la qualità degli ingredienti. Oramai ho un team molto selezionato e collaudato fatto di pasticceri, panettieri, salumifici e chi vende quanto mi occorre per addobbare i miei buffet. Mi sento davvero appagata dal mio lavoro. Sono passati dieci anni da quando ho fatto questa scelta e, anche se la sera arrivo stanca morta, sono felice di quello che faccio come lo era anche mio padre.

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