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Quella foto sbagliata sul portale della Soprintendenza

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SCHIAVI DI ABRUZZO - ''Preservare il patrimonio archeologico significa conservare le nostre radici culturali'', si legge sul portale della Soprintendenza per i Beni Archeologici per l'Abruzzo che ha sede nel capoluogo di provincia, ma per farlo, probabilmente, occorrerebbe essere più precisi e meticolosi. Una segnalazione singolare viene fornita da un lettore, un'immagine sbagliata riferita ad una località che nulla ha a che vedere con la foto riprodotta, il tutto però su un sito ufficiale, quello appunto della Soprintendenza per i Beni Archeologici. Abbiamo verificato la segnalazione, cliccando sul sito www.beniarcheologiciabruzzo.it. Sul portale, ben curato nella veste grafica, si apre davanti agli occhi del navigatore web l'affascinante mondo dei siti archeologici presenti sul territorio del chietino, per un tuffo all'indietro nella storia delle civiltà italiche che abitarono questa porzione di territorio. Nella sezione ''aree archeologiche'', tra i numerosi siti di interesse archeologico segnalati, compare anche Schiavi di Abruzzo, con i resti di alcuni templi eretti in località Colle della Torre dalle popolazioni italiche che abitarono le alture e le valli al confine tra gli odierni Abruzzo e Molise qualche millennio addietro. Cliccando ulteriormente sul sito del piccolo comune montano, si entra nella dettagliata spiegazione dello straordinario sito archeologico. Tutto molto bello, ma la segnalazione dell'errore, abbastanza grossolano, è risultata fondata. Basta infatti andare nella sezione ''foto gallery'', per accorgersi che qualcosa non va. Le immagini disponibili presentano alcuni scatti del centro abitato di Schiavi di Abruzzo, effettuati probabilmente da riprese aeree. Almeno una delle immagini presenti non è in alcun modo riferibile al piccolo centro montano del Vastese, precisamente quella pubblicata di seguito. Non esiste, in nessuna zona del paese infatti, una piazza a quadrilatero delimitata da abitazioni e coperta da vegetazione come quella che si vede nella foto. Una svista dunque, non è un problema, può capitare, anche sul sito ufficiale della Soprintendenza per i Beni Archeologici.
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