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E' ancora emergenza idrica nell'Alto Vastese. Chiesta la verifica delle condutture.

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Permane lo stato di crisi idrica anche nei centri dell'Alto Vastese, quei comuni montani solitamente ricchi di acque nel sottosuolo, quando si è giunti ormai in pieno autunno. Le piogge dei giorni scorsi, che hanno portato un certo sollievo alla terra riarsa da mesi di siccità, non hanno certamente rifornito le sorgenti più profonde, e il razionamento dell'acqua potabile nelle abitazioni continua ancora in questi giorni in molti centri dell'entroterra. Castiglione Messer Marino, Castelguidone e Schiavi di Abruzzo i comuni dove si registrano le maggiori difficoltà, con casi limite di fornitura della risorsa idrica limitata appena ad alcune ore durante la mattinata. E la popolazione è ormai esasperata. La siccità, certo, ma pare ci sia dell'altro, concause imputabili all'uomo e alla scarsa manutenzione degli impianti. Solo per fare l'esempio di Schiavi di Abruzzo, appare quantomeno singolare il fatto che il piccolo comune montano debba ricorrere ancora al razionamento come avvenuto nel corso delle ultime settimane estive. In questi giorni, infatti, il centro abitato conta una popolazione inferiore ai duecento abitanti, un numero enormemente minore rispetto alla folla di turisti che ha villeggiato nelle frazioni e nel capoluogo durante i mesi estivi, in particolare ad agosto. Nonostante dunque il crollo verticale dei consumi di acqua potabile, la situazione non è affatto migliorata, anzi, paradossalmente le ore di fornitura nelle abitazioni sono addirittura diminuite. Alle sette del mattino gli operai del comune aprono le condutture, per chiuderle nel primo pomeriggio. Un vero problema per chi, ad esempio, esce di casa per recarsi al lavoro prima della riapertura, e torna nella tarda serata, cioè dopo la chiusura dell'erogazione. In pratica, per queste persone, l'acqua corrente non è mai disponibile e si va avanti, da mesi, con bacinelle e contenitori vari, una situazione a dir poco stressante. E più di qualcuno ora minaccia di non pagare più le bollette della Sasi, perché in effetti non è pensabile pagare per un servizio di cui non si gode. Di fronte a questa emergenza a Schiavi di Abruzzo si sta diffondendo la convinzione che ci siano altre cause, oltre alla scarsità della risorsa idrica dovuta alla siccità, per esempio una falla, perdite varie nelle tubature, strutture realizzate da molti anni, perché in effetti, con consumi così ridotti, il serbatoio dovrebbe essere in grado di soddisfare la richiesta. Nei giorni scorsi un intervento di manutenzione delle tubature si è avuto in frazione Taverna, e probabilmente sarebbe opportuno procedere ad una verifica dello stato della rete idrica anche nel capoluogo. L'amministrazione comunale, che non ha più la gestione degli impianti, potrebbe sollecitare l'intervento della Sasi.
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