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Il presidente dell'Atc Vastese sulla proroga al cinghiale

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VASTO - E' stata convocata per oggi pomeriggio, a pertire dalle ore 18, presso la nuova sede dell'ATC Vastese, in Contrada Buonanotte, l'assemblea dei delegati delle associazioni venatorie. Tra i punti all'ordine del giorno dell'incontro il bilancio preventivo dell'anno 2008 e la disamina dei ripopolamenti. La scaletta dei lavori prevede anche le comunicazioni da parte del presidente dell'Ambito, Donato D'Angelo. Ed è proprio quest'ultimo punto all'ordine del giorno che desta maggiore interesse, poich‚ molto probabilmente il presidente entrerà nel merito della spinosa questione della proroga alla caccia al cinghiale appena disposta, ma sarebbe meglio dire imposta, dalla regione Abruzzo. Dopo le proteste delle associazioni venatorie, che considerano un danno biologico incalcolabile arrecato alla specie selvatica il prolungamento di altre tre settimane del prelievo dell'ungulato, nei giorni scorsi alla presidenza dell'Ambito del Vastese è giunta la richiesta, formulata da Enalcaccia e Arcicaccia, di sospendere ''d'imperio'' gli effetti della proroga sul territorio di competenza. A commento di queste richieste, il presidente D'Angelo ha preso tempo: ''Ho chiesto alle associazioni venatorie di farmi pervenire una richiesta congiunta sulla questione; sentiti prima i tesserati e le varie squadre di cinghialai interessate''. Entrando poi nello specifico, Donato D'Angelo ha aggiunto: ''Se la richiesta fosse largamente condivisa, potrei chiedere la sospensione alla Provincia, non potendola io disporre direttamente, temo tuttavia che mancherebbero i tempi tecnici ormai affinch‚ si possa intervenire. La verità è che dalla Regione ci hanno messo con le spalle al muro, calando dall'alto questo prolungamento di tre settimane proprio a cavallo delle festività, fatto che rende oggettivamente difficile porre in atto qualsiasi iniziativa da parte dell'Atc''. Anche dalla presidenza dell'Ambito territoriale di caccia del Vastese piovono dunque pesanti critiche nei confronti del consiglio regionale che ha imposto questa proroga non voluta dai cacciatori, almeno da quelli pi— avveduti e sensibili alle tematiche di un'attività venatoria basata sui principi della programmazione e della gestione conservativa delle specie selvatiche. Di contro, va detto, che molti tra i cacciatori che pure hanno protestato per la proroga escono regolarmente a caccia; la corenza è merce rara, evidentemente. Anche se non mancano esempi di vera ''obiezione di coscienza''. In chiusura il presidente D'Angelo: ''Con la proroga di tre settimane si va oltre i famosi cento giorni di prelievo sulla specie cinghiale, cioè oltre il limite massimo consentito, superando il quale i danni biologici per il selvatico sono considerati inevitabili''. http://francescobottone.splinder.com/
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