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Palaghiaccio e assessore rimosso, il Sindaco Mastrangelo all'attacco

redazione
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CASTIGLIONE MESSER MARINO - A seguito dell'affissione di manifesti da parte del gruppo di minoranza dell'Unione circa i comportamenti dell'amministrazione castiglionese, è intervenuto il sindaco Massimo Mastrangelo, ricostruendo preliminarmente ''ed a suo giudizio'' la vicenda. Rammenta il primo cittadino. ''Al consiglio Comunale del quindici gennaio scorso avevo presentato l'atto di revoca dell'Assessore Malatesta che aveva tradito la mia fiducia e quella dei suoi stessi colleghi consiglieri votando contro nel mese di settembre alla salvaguardia degli equilibri di bilancio e successivamente, nel mese di novembre, alla delibera di assestamento del bilancio atti fondamentali del Consiglio tanto che la mancata approvazione comporta lo scioglimento del Consiglio stesso. Il grave atto compiuto dall'ex assessore ha fatto venir meno la mia fiducia e, pertanto, ho comunicato al consiglio la revoca poich‚ questo è quello che prevede la Legge, cioé la semplice comunicazione della decisione adottata essendo la nomina e, quindi la revoca, un compito esclusivo del Sindaco, comunicazione che non va messa ai voti e non comporta alcun dibattito. Queste sono norme elementari, note a tutti i consiglieri comunali. Dopo la comunicazione l'ex assessore revocato ha presentato una nota che inizia con la frase: ''Cari Consiglieri'' con l'evidente intenzione di giustificare nei confronti degli altri consiglieri il suo comportamento. Quindi, essendo lo scritto rivolto ai soli consiglieri e non anche al sottoscritto e per consentire una più libera discussione, comunque al di fuori della riunione consiliare la cui seduta era già chiusa, ho ritenuto di non partecipare alla discussione. Tale comportamento che voleva agevolare eventuali confronti è stato invece presentato, travisando i fatti, come un gesto di disprezzo del Consiglio''. Prosegue nella nota il sindaco affermando che ''non può essere certo il Consigliere D'Ercole che può attribuire la patente di moralità e di rispetto del popolo di Castiglione. Infatti dopo la sconfitta elettorale non ha ritenuto di partecipare al Consiglio per un anno intero, dal giugno 2006 al maggio 2007 calpestando davvero la dignità di coloro che l'avevano votato e di tutto il popolo indegno della Sua presenza perché per la seconda volta l'aveva sonoramente bocciato. Quando si perdono le votazioni non si perde né la dignità né la strada di casa caro consigliere D'Ercole''. Quindi una stoccata di evidente stile polemico: ''Poi il figliol prodigo è tornato perché aveva trovato evidentemente qualcosa di nuovo contro cui sfogare l'astio per la sconfitta elettorale che, invece di placarsi, con il tempo acquistava sempre più vigore. Il nostro torto è stato di aver messo mano al palazzotto rimasto chiuso per nove anni e ormai destinato all'abbandono; bene avremmo fatto a continuare a spendere i soldi del Comune per rattoppi stradali con un occhio alle elezioni come è stato fatto da precedenti amministrazioni. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Nel primo mese di attività si sono contate circa settemila presenze delle quali oltre la metà provenienti da Paesi anche molto distanti dal nostro. Mai, nessuna altra iniziativa aveva fatto registrare tante presenze turistiche, tanta attenzione da parte di giornali e televisioni locali portando il nostro Paese al centro dell'attenzione. Accanirsi contro l'iniziativa e dare una colorazione politica anche al palaghiaccio per cui hanno evitato accuratamente di frequentarlo non fa altro che acuire la spaccatura nel Paese. Si sta giudicando non il valore dell'iniziativa, che sta avendo risultati insperati, né il beneficio che il Paese può trarre ma col solo scopo di accanirsi contro chi li ha sconfitti fomentando ancora l'odio fra le famiglie''. La lettera del sindaco si conclude con l'esortazione a voler essere ''giudicati dalla gente per i fatti e non per il rancore di politicanti di professione. Il programma presentato per l'elezione si sta gradualmente realizzando anche contro la volontà di coloro che cercano di avvelenare i pozzi, che preferiscono far morire Sansone con tutti i filistei. Non è quindi la dignità del popolo castiglionese che interessa il nostro Consigliere ma l'orgoglio ferito, ripetutamente bocciato dal popolo che non si è fidato degli imbonitori di professione ed ha dato la propria fiducia a persone abituate a fare i fatti. Forti di questo convincimento continueremo a lavorare per il bene del nostro Paese difendendoci dagli attacchi anche dei personaggi che vivono nell'ombra''. Articolo pubblicato sul quotidiano Nuovo Molise a firma di Orazio Di Stefano
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