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Disciplinare sul cinghiale, D'Amico respinge le accuse dell'Arci-Caccia

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TIRATO in ballo dal duro attacco del presidente provinciale dell'Arci-Caccia, Angelo Pessolano, il capogruppo del Pd in Provincia, Camillo D'Amico, è costretto a fare chiarezza, con un nuovo intervento sulla stampa, in merito alle recenti innovazioni in materia venatoria. ''L'approvazione del regolamento per il prelievo ed il contenimento della specie cinghiale non va letto come il capriccio di qualcuno o fatto a dispetto del mondo venatorio, perché è una lettura caricaturale che snatura in profondo lo spirito costruttivo e di partecipazione attiva si è voluto dare a tutto l'iter istituzionale. L'avvio dell'iniziativa risale ad aprile 2005, ben cinque bozze di regolamento sono state predisposte ed esaminate nella consulta provinciale della caccia con ATC, associazioni venatorie ed agricole, diverse adunanze di commissione consiliare e tante riunioni ed assemblee; anche la concertazione, per quanto utile e necessaria, deve avere i suoi tempi. L'ora di decidere era giunta, ATC ed associazioni venatorie erano state invitate a produrre formali proposte di merito all'ultima bozza approdata in commissione che sarebbe poi andata in consiglio; sono stati rimessi due documenti di assoluto rifiuto a forma e contenuto condensati dall'esplicita minaccia che, se il regolamento fosse approdato in consiglio ed approvato, sarebbe seguito un ricorso al TAR. L'istituzione aveva il dovere di decidere e dare un concreto segnale a cittadini ed agricoltori; questi ultimi, più di altri, patiscono una presenza significativamente elevata di cinghiali sul territorio, superiore a quella fisiologica (dati Infs), che notevoli danni materiali ed economici subiscono, fanno questo mestiere per mera necessit... e sopravvivenza non certo per hobby o passione. Il regolamento Š solo un primo passo, tra un anno verificato nella sua efficacia applicativa con ATC ed associazioni agricole e venatorie, ed a breve seguir... la rivisitazione in profondo del vigente piano faunistico; in ultima analisi emerge una differente valutazione tra i vertici delle associazioni venatorie, formalmente contrarie, e la base che condivide ed apprezza. - aggiunge in chiusura D'Amico - Noi interloquiamo sì con i primi, ma doverosamente dobbiamo ascoltare fattivamente anche i secondi e, continuando come nostro costume politico, lo faremo con tutti pur nel pieno rispetto dei ruoli ed a dispetto di qualsiasi forzatura od intimidazione''. http://francescobottone.splinder.com/
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