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Lo sai che sta lì, la vedi quando percorri via Leone Magno o la parallela inferiore, via  Don Sturzo, e dici: Però, è bella!
Poi, un bel giorno, libero da impegni o presunti tali, transitando lungo una delle suddette vie, la (ri)vedi e decidi di fermarti. La vuoi vedere da vicino. Qualche passo e, come per incanto, ti trovi in un'altra dimensione, sotto una cupola immensa affrescata da rami e foglie proiettati in alto, ad una altezza vertiginosa, da un tronco incredibile che richiede le braccia di non meno di tre persone per essere abbracciato. È lei, è quella quercia che tu, guardandola dalla via, ti limitavi a dire: Però, è bella!
La forza, la possanza, la potenza, insomma quel qualcosa di infinitamente grande che da essa si sprigiona ti avvolge lasciandoti senza parole, a bocca aperta per usare un linguaggio scevro da espressioni che potrebbero portarti lontano e distrarti dalla goduria e beatitudine nelle quali sei immerso.
Riesci, lo devi doverosamente fare, a ringraziare la natura per questo suo autentico monumento che lei  mette generosamente in mostra a beneficio di chiunque voglia ammirarlo.
Ed ora qualche riflessione.
Immagino che chi di dovere abbia consultato un botanico per catalogare questa quercia specificandone l'età (io, con i limiti della mia incompetenza, dico che è plurisecolare) e la famiglia di appartenenza, sono tante infatti le varietà di querce presenti in natura. Se ciò non è stato fatto ritengo necessario che si proceda nel merito. In entrambi i casi dovrebbero essere realizzati una targa o un pannello esplicativo da porre in prossimità del tronco affinché tutti, locali o turisti, possano soddisfare le loro immancabili curiosità. Ho detto turisti, sì perché questa quercia dovrebbe essere inserita, dalle varie guide locali, tra le cose da vedere o da non perdere a San Salvo.
E vorrei infine pronunciarmi su quale nome dare a questa quercia.
Nel farlo mi troverò in disaccordo con un mio amico che l'ha chiamata: la "Quercia delle streghe"
No! Le streghe evocano un sabba. Per celebrarlo, loro (le streghe) si riunivano a Benevento, sotto un noce, sulle sponde del fiume Sabato.
Sotto la nostra quercia, invece, è possibile che si riuniscano le fate che, per loro natura e per l'atmosfera che ivi si respira, non ci celebrano certamente un sabba.
A buon diritto, quindi, la nostra dovrebbe chiamarsi
La  Q U E R C I A  delle  F A T E!

Achille Pellicciotta

Appendice.
La quercia di Via Leone Magno mi ha incuriosito e suggerito di fare una indagine per vedere quanti di questi meravigliosi alberi siano arrivati fino a noi sopravvivendo ad un "taglialegna", che imperversò alcuni decenni fa a San Salvo, ed alla espansione  dell'edilizia per la quale alcuni notevoli esemplari vennero abbattuti, letteralmente, dalla sera alla mattina.
Ho constatato che è ancora possibile ammirare questi monumenti sparsi nel nostro territorio, sia urbano sia campestre.
Si trovano nelle Vie Matteotti, Stingi, Caravaggio, Galilei, Melvin Jones, sulla Circonvallazione, in contrada Grasceta o sulla Via di Palmoli.
Un discorso a parte merita Via Mauro Rostagno (Contrada Piane Sant'Angelo) dove si trova una quercia che può fare benissimo il paio con quella di Via Leone Magno.
È di poco più piccola e suscita, al pari di questa, le stesse emozioni.
Peccato che intorno ad essa siano stati depositati attrezzi e mezzi agricoli, alcuni dei quali palesemente in disuso, che rimandano una immagine di degrado di cui francamente si potrebbe e dovrebbe fare a meno.
È una quercia meravigliosa, un dono della natura, sta in un'area pubblica: 
Meriterebbe di essere valorizzata e protetta con la realizzazione  di un parco intorno ad essa.
Dirò di più: 
Unirei idealmente entrambe le querce con celebrazioni che ne esaltino la magnificenza.

Chiudo sperando, ma forse è proprio così, che tutte le querce, sia le nostre sia quelle nelle immediate vicinanze di San Salvo, ricadenti nei territori di Vasto, Cupello e Montenero di Bisaccia, siano state censite e, quindi, sottoposte a tutela da parte dello Stato o di chi per esso.

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