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Legambiente: sulla gestione dei rifiuti mantenere alta la guardia

Il commento dell’associazione sull’inchiesta della DDA di Campobasso con anche l’accusa di trasferimento rifiuti pericolosi illecitamente trasferiti Vasto, Monteodorisio e San Salvo

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Estorsione, associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta, usura, spaccio di stupefacenti, riciclaggio e corruzione tra il 2013 e il 2018, 47 indagati tra persone legate a precedenti operazioni anti-mafia, funzionari pubblici molisani, imprenditori e altri. È la sintesi della maxi inchiesta della DDA di Campobasso di cui, nei giorni scorsi, sono arrivati gli avvisi di conclusione delle indagini. Due società, presenti nella zona industriale di Termoli, sono accusate di aver trattato senza autorizzazione rifiuti speciali, simulato attività di riciclo e poi trasferiti i rifiuti in impianti tra Monteodorisio, San Salvo Vasto

«Per il lavoro svolto per smascherare lo smaltimento illegale, lo stoccaggio e la gestione irregolare di rifiuti pericolosi» i comitati regionali di Legambiente di Abruzzo, Molise e Puglia hanno espresso un plauso alla DDA di Campobasso, coordinata dai procuratori Nicola D’Angelo e Vittorio Gallucci, ai carabinieri del NOE e ai finanzieri del GICO.

«L’inchiesta di cui di parla si inserisce in un quadro che vede crescere i reati ambientali: secondo l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente nel 2023 ne sono stati registrati 35.487, con un incremento del 15,6% rispetto al 2022, corrispondente a una media di 97,2 reati al giorno, ovvero quattro ogni ora. Anche il numero delle persone denunciate è aumentato significativamente (34.481, pari a +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e dei sequestri (7.152, +19%) – sottolineano i presidenti dei tre comitati regionali dell’associazione ambientalista - tra le filiere più colpite, spicca il ciclo illegale del cemento con 13.008 reati (+6,5%), seguito dall’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, che sono stati 9.309, con un incremento del 66,1%, aumentano anche i reati e gli illeciti amministrativi nelle filiere dell’agroalimentare, le attività illecite contro gli animali e le specie protette e gli assalti al patrimonio culturale».

«In Italia le ecomafie premono sempre di più sull’acceleratore e fanno affari d’oro – denuncia Legambiente – pratiche come l’abbandono dei rifiuti minacciano lo sviluppo dell’economia circolare, l’unica modalità di trattamento che diminuisce la produzione di rifiuti e l'inquinamento, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, proteggendo la biodiversità e gli ecosistemi». «Seguiremo il proseguimento dell’indagine e siamo pronti – dichiarano i responsabili regionali dell’associazione – tramite i nostri Centri di Azione Giuridica a costituirci parte civile nel momento in cui le indagini certificheranno la colpevolezza dei soggetti indagati». 

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