Il timore per la possibile propagazione dell'epidemia aviaria serpeggia anche nel mondo venatorio e dopo le immotivate voci allarmistiche, provenienti da Verdi e ambientalisti, che propendevano per la chiusura anticipata e definitiva della caccia, ecco arrivare dalle sedi opportune le prime contromisure. E' di qualche giorno fa la nota dell'assessore alle politiche venatorie della provincia di Chieti, Antornio Tamburrino, indirizzata ai presidenti degli ambiti territoriali di caccia del Vastese e del Chietino-Lancianese. In essa l'assessore si dice preoccupato per il propagarsi dell'ormai noto virus H5N1, è notizia recente il rinvenimento anche in Italia di un esemplare di volatile acquatico malato, e dunque, al fine di prevenire un possibile contagio delle popolazioni selvatiche già presenti sul territorio, ritiene opportuno che ''vengano sospese tutte le immissioni di selvaggina'' negli ambiti territoriali di caccia della Provincia, ''fino a che non venga scongiurato il rischio di possibile contagio''. ''Qualsiasi prossima immissione di fauna selvatica da effettuare sul territorio adibito a libero esercizio venatorio'' - continua la nota dell'assessore provinciale alla caccia Tamburrino - ''dovrà avvenire sotto lo stretto controllo delle strutture sanitarie preposte'' e in accordo con il Servizio Caccia e Pesca della provincia di Chieti. Insomma controlli sanitari preventivi sulla selvaggina da immettere sul territorio per scongiurare possibili focolai di contagio. Le prossime immissioni di fauna selvatica quindi dovranno necessariamente prevedere una sorta di periodo di quarantena per gli animali all'interno di adeguate strutture di ambientamento, come voliere o recinti temporanei, sia per la specie fagiano, che per starne e lepri. In tal modo sarà possibile al personale veterinario incaricato monitorare costantemente lo stato di salute della selvaggina prima del rilascio definitivo sul territorio.