Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Dalla storia della festa delle "sagnitelle" al racconto fotografico delle sagnitelle 2018

Sagnitelle 2018: foto e video della giornata

Redazione
Condividi su:

Lo sai perchè a San Salvo, si usa ogni anno, durante il mese di Aprile, andare a mangiare le ''sagne'' al mulino, nel giorno in cui si porta a macinare il grano destinato alla produzione dei c.d. ''Porcellati'' per la festa di San Vitale Martire ?

Per la popolazione di San Salvo, il giorno delle ''Some'' al Mulino ha sempre rappresentato una data di eccezionale importanza: l'attesa era grande, e costituiva il preludio alla grandiosa e sentita festa del suo glorioso Protettore. La gente vi prendeva parte affratellata e unita, e unicamente pervasa dal nobile sentimento dell'amicizia e da una profonda devozione caratterizzata da puro misticismo e da sincera religiosità.

L'origine della tradizione si perde ormai nel tempo ma è certo che, allorchè i nostri antenati iniziarono l'usanza, non vi era in essa nulla di significativo o nulla che potesse avere una particolare importanza.

E' da sottolineare che il grano veniva condotto, per la molitura, e per mezzo di cavalli, al Mulino ''Pantanella'', ubicato nei pressi della vecchia stazione ferroviaria ad una distanza di circa cinque chilometri dal centro abitato di San Salvo. Tale distanza per quei tempi, in cui non vi erano mezzi celeri di locomozione, era considerata notevole, e pertanto si rendeva difficile, se non addirittura impossibile, per gli addetti ai lavori, raggiungere le loro case, in tempo utile per la consumazione del pasto di mezzogiorno.

Era giocoforza, quindi, provvedere ''in loco'' a ciò che doveva servire per il sostentamento nell'intera giornata. Così nacque l'ormai annuale consuetudine delle ''sagne'', che in seguito portò alla estensione del ''piatto di minestra'' anche a chi, per motivi di vario genere si trovava presente nel posto o vi si era recato appositamente per poter assistere alla popolare manifestazione, col finire anche di trascorrere una serena giornata in festosa e lieta compagnia.

Invero sembra che inizialmente fosse motivo di gran disonore e di pettegolezzo il recarsi a mangiare senza invito al mulino...( Quest'ultima frase è una notazione postuma fatta oralmente dallo stesso Sparvieri. N.d.r.) E' da escludere, pertanto nel modo più categorico la credenza che vuole che l'usanza sia scaturita da motivi di carattere assistenziale in favore della gente povera o comunque bisognosa o poco abbiente.

Durante il secondo conflitto mondiale, però, l'usanza subì una fase di stasi, causata non solo dalla carenza di grano, che allora per legge doveva essere conferito agli ''Ammassi di Stato'', ma principalmente perchè gli animi non erano predisposti ai festeggiamenti per i lutti e le sofferenze ch affliggevano il Paese, e per la continua apprensione destata alla lontananza di numerosi giovani e padri di famiglia chiamati o richiamati alle armi.

Ma l'usanza dei ''Porcellati'' non venne cancellata completamente: essi, annualmente venivano prodotti in misura molto ridotta, con la poca farina che si riusciva a raccimolare fra la popolazione, e venivano consegnati in Chiesa, durante la Messa nel giorno di festa, non a taralli interi, data la carenza della produzione di essi.

La piena ripresa della manifestazione si riebbe dopo la fine della guerra allorchè la vita tornava a sorridere e le attività umane riprendevano il loro normale svolgimento, nella speranza e nel desiderio di un domani migliore, pervaso da amore e fratellanza fra tutti i popoli della terra.

Il tanto amato ''Mulino Pantanella'' però non c'era più: gli eventi bellici l'avevano crudelmente cancellato dalla ''faccia'' della terra, e di esso non rimaneva altro se non un mucchio di macerie ( frammiste a povere cose ) e il ricordo di un passato che, nel rimpianto, ancor oggi, rende l'animo triste e profondamente malinconico.

Si dirottò, allora, la tradizione alla volta del cosiddetto ''Mulinello'', ( pur'esso ad acqua ) che era ubicato nei pressi del greto del fiume Treste nel territorio di Lentella e a breve distanza dal ponte sul fiume stesso. E qui continuò per alcuni anni, fino a che, cessata l'attività anche del vecchio ''Mulinello'', non si passò ai due mulini elettrici funzionanti a San Salvo...

Evaristo Sparvieri

 

Condividi su:

Seguici su Facebook