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Sabato Santo... un grande dolce silenzio

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È il Giorno Santo in cui Gesù giace nel sepolcro. Ed è importante soffermarsi a riflettere su quest’unica frazione di tutto il tempo (circa quaranta ore, dal pomeriggio del Venerdì Santo all’alba della prima Domenica nella storia del mondo) in cui un corpo umano morto (quello di Gesù) è rimasto unito alla Persona del Figlio di Dio. Il Catechismo, infatti, insegna: “Durante la permanenza di Cristo nella tomba, la sua Persona Divina ha continuato ad assumere sia la sua anima che il suo corpo, separati però tra loro dalla morte”. Questo ci rivela fino a che punto Dio abbia preso sul serio la nostra umanità e la nostra condizione mortale. Non ci può più accadere a che ci renda estranei a Dio o separati da Lui (a meno che non sia la nostra volontà a volersi assolutamente separare!). Perfino nella morte il nostro corpo morto resterà “santo”, affidato alla Sua custodia. E se il sepolcro è troppo buio per la nostra immaginazione, possiamo sostare in preghiera davanti all’immagine della “Pietà”: quella del corpo morto di Gesù adagiato in grembo alla Madre Addolorata. Il silenzio sofferto e adorante di Maria esprime l’unica fede possibile sulla nostra terra nel Sabato Santo, nel giorno in cui in cui tutto tace e soltanto il Padre celeste può accompagnare il Figlio nella sua discesa tra i morti. Così il Sabato Santo è per la Chiesa il giorno del “Grande Silenzio” che i cristiani devono imparare a vivere assieme a Maria, quasi come attesa di un “nuovo parto”. Per questo oggi non ci sono nemmeno da riportare le letture bibliche, dato che nessuna Messa può essere celebrata. È anche l’unico giorno in cui non si riceve l’Eucaristia. Tutto è e deve restare attesa e silenzio, fino al momento in cui la Veglia Pasquale notturna ci permetterà di riascoltare il lungo racconto della storia della salvezza che culminerà nel gioioso Alleluia della Risurrezione.
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