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Pino Manzone, sansalvese, ha costruito un meraviglioso prototipo P2

Non è ingegnere automobilistico, né designer, né meccanico. "E' un veleno, fa paura"

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E’  proprio vero che a volte la passione può far miracoli.

E’ così che la passione del sansalvese Pino Manzone, per i motori e più in generale per il mondo delle corse automobilistiche, ha fatto sì, che con le sue mani e con la sua mente, ha costruito un meraviglioso prototipo di auto da corsa chiamato P2, in quanto è stata usata la scocca di una vecchia Fiat 126 demolita, un motore di derivazione motociclistica Kawasaki 636 c.c. che sviluppa ben 130 Cv, e tanti pezzi da lui costruiti artigianalmente, come le sospensioni, il telaio, il serbatoio ecc.   

Perciò, bisogna andare a vedere, per credergli.

Pino, soltanto pochi giorni fa, ha finito di costruire la macchina ed già stata sottoposta a severi collaudi e verifiche sperimentali presso il  “Kartodromo Pista Fluida” di San Salvo ed ha dato subito ottimi risultati, come già si pensava.

Questo prototipo non può circolare su strada pubblica, ma può partecipare a gare di velocità su pista, oppure a gare di slalom, in quanto è stato costruito anche rispettando il regolamento tecnico della Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, per quanto riguarda la sicurezza: roll-bar, cintura di sicurezza, sedile,  serbatoio, peso, impianto di estinzione ecc .

Il nostro compaesano ha frequentato l’Istituto Tecnico Industriale, ma  non ha mai partecipato a percorsi formativi per meccanico o addirittura per progettista di auto da corsa.

Pino è riuscito a realizzare la sua  “bella creatura”,  con i pochi utensili da meccanico, nel  bugigattolo ricavato nel garage della sua abitazione di Via A. Volta.

Ogni qual volta, i giovani, chiedono a Pino, dettagli sul suo prototipo, egli risponde sempre con una  battuta:  “E’ un veleno, fa paura”.

Le persone, che fino a ieri sera, hanno ammirato il “gioiello”, sono rimaste a bocca spalancata per la meraviglia.

Non è facile calcolare il tempo impiegato da Pino. Sappiamo di sicuro che ha lavorato intensamente per più di un anno, specialmente la sera, la notte e le domenica.

Bravo, Pino!

Meriti  una laurea “ad honorem causa” in ingegneria automobilistica.

Per adesso, puoi accontentarti dell’appellativo di "costruttore di prototipo auto”.

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