Rocco Martelli non c’è più. Era una lavoratore instancabile. Amava la campagna e il canto. Cattolico devoto a San Nicola di Bari. Ecco uno spicchio della sua vita. Rocco nasce da una famiglia contadina; a sei anni inizia a frequentare la scuola elementare. Non ha una grande passione per lo studio, ma mostra una straordinaria abilità nel gioco delle biglie, al quale si dedica anche durante le lezioni. Per questo motivo la maestra, una mattina, lo costringe a restare per mezz’ ora con le ginocchia sulle biglie e a recitare cento volte il Pater noster. Scoppia la guerra, Rocco non può più andare a scuola.
Trascorre le giornate vagando lungo i sentieri minati. Un giorno, mentre tenta di estrarre pezzi dal motore di un carro armato tedesco, perde l’equilibrio e cade rovinosamente a terra, riportando un lungo taglio sulla gamba sinistra. I medici, onde evitare l’estendersi dell’infezione agli altri organi, decidono di procedere all’amputazione dell’arto, ma con una cura speciale di un infermiere di San Salvo Marina riesce a evitare l’intervento operatorio.
La guerra continua. La popolazione è provata dagli stenti e dalla sofferenza. Rocco, a causa delle ristrettezze economiche della sua famiglia, è costretto a camminare su una coltre gelida di neve con le scarpe piene di fori. Cerca di saccheggiare un camion carico di stivali, ma i militari tedeschi cominciano immediatamente a sparare; egli balza giù dal furgone e scompare tra i pampini delle vigne. La mattina dopo viene arrestato e condotto nella piazza del paese a sbucciare patate.
Un signore gli si avvicina e lo supplica di slegare il suo cavallo rinchiuso dai tedeschi nel recinto poco distante. Rocco, incurante del pericolo, penetra nella staccionata e libera il cavallo. L’uomo salta sulla groppa dell’animale, lo ringrazia e si dilegua. Diventa grandicello e comincia a fumare. Una mattina sottrae a un cuoco tedesco un pacco di sigari. Un militare osserva la scena in silenzio, ma poi afferra Rocco per il collo e dopo averlo massacrato di botte, lo stende a terra con calci allo stomaco.
Corre voce che un treno è fermo alla Stazione di San Salvo con un carico di farina, zucchero e cemento. Accorrono in molti da San Salvo e dai paesi vicini con carretti oppure a piedi; Rocco non può mancare, e per fortuna è una delle ultime volte che rischia la vita per procurarsi il cibo, perché la guerra volge al termine.
Nel giovane Rocco nasce una grande passione per la campagna, dove si reca con grande entusiasmo, facendo 'risonare' nei vicini campi la sua potente voce baritonale. La sua passione per il canto aumenta di giorno in giorno e, spinto anche dai consigli degli amici, dopo qualche anno, con la speranza di fare successo, si reca a Roma, dove conosce Claudio Villa, Gino Latilla e Carla Boni.
A Roma, purtroppo, la vita costa molto e, dopo tanti sacrifici, è costretto a tornare nel suo paesino. A San Salvo è assunto dalla ditta Di Vaira per la realizzazione di una diga lungo il fiume Trigno. Arriva l’inverno. Dopo una settimana di 'diluvio universale', l’acqua del fiume travolge gli argini e precipita a valle provocando l’alluvione dei terreni. Rocco e i suoi compagni di lavoro sono costretti a rimanere in una casupola, riuscendo a sopravvivere con un mestolo di fagioli al giorno e bevendo acqua putrida. Acquista una levigatrice per il marmo e diventa un levigatore.
Dopo venticinque anni, stanco di quel lavoro, apre una trattoria in via Stingi. Nelle sue vene, però, scorre il sangue contadino. Sente il richiamo della campagna, come il lupo del bosco. Da sempre ha amato i fiori, gli alberi, gli animali, l’erba e la terra. La campagna gli ha insegnato a vivere. Solo tra gli alberi, può ritrovare le cose più belle della vita: la pace e la serenità . Così un giorno, all’improvviso, decide di abbandonare tutto e tornare a lavorare la terra.
Rocco non c’è più. Ricordiamo di lui, la possente voce tenorile che sfiorava le zolle e si disperdeva nel silenzio della campagna.