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Le origini e gli inganni di Halloween

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L’ETIMOLOGIA
La parola "halloween" proviene da All Hallow's Eve dove “all” significa tutti, “Hallow” significa santi “S” è una forma contratta del verbo essere nel senso “appartenere a”, “essere di”. La parola “Eve” significa vigilia. Per cui essa è “vigilia di ogni santi”. A questo punto le maschere non dovrebbero essere di diavoli, fantasmi e streghe ma di Angeli, San Francesco, San Vitale, Santa Chiara e via dicendo. I diavoli, pure nel gergo comune, sono l’opposto dei santi. Il colore dominante dovrebbe essere il bianco e non il nero.

LE ORIGINI
La tradizione di Halloween risale allo Samhain (sow-en ossia fine dell’estate) presso l'antico popolo celtico. I Celti erano un popolo politeista dedito all'allevamento. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno che iniziava il 1° novembre. Secondo la tradizione Celtica i momenti di transizione tra due stagioni avevano particolari poteri magici. Si credeva che durante il Samhain, il mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei morti, e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra. In questa circostanza, i druidi (uomini di legge, di scienze esoteriche, indovini, conoscitori degli astri e della natura, medici, interpreti dei sogni) andavano in ogni casa per ricevere l’offerta che aveva lo scopo di placare gli spiriti malefici (si pensava che il dio delle tenebre prendeva possesso del creato nel periodo invernale, quando le tenebre prevalgono sulla luce) così non avrebbero maledetto o portato alla sciagura gli abitanti. Coloro che si rifiutavano di donare l’offerta ricevevano ritorsioni e disgrazie. L'Irlanda accolse con gioia l'evangelizzazione di San Patrizio, proprio perché liberò la popolazione dal dominio tremendo e terribile dei sacrifici umani dei druidi. Papa Gregorio II trasferì la festa di Ognissanti, dal 13 maggio al primo novembre, per contrastare i riti pagani celebrati nella notte antecedente. Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia e in quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti. Qui venivano mantenute le tradizioni ed i costumi della loro patria, compresa Halloween.

TRICK-OR-TREAT (DOLCETTO O SCHERZETTO)
Un libro sull’argomento spiega che tra i celti c’era chi si travestiva da demonio pensando che, se si fosse imbattuto negli spiriti, questi lo avrebbero scambiato per uno di loro e lo avrebbero lasciato in pace. Altri offrivano dolci agli spiriti per placarli. In virtù di queste credenze i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza".
È giusto educare i bambini a compiere un gesto che, di fatto, rappresenta un "piccolo ricatto”, seppure mascherato da gioco? È giusto chiedere dolci agli adulti, minacciando di fare qualche scherzo, se non si dovessero ricevere?

JACK O'LANTERN
La zucca intagliata rappresenta l'icona fondamentale della festa di Halloween. La zucca è legata alla storia di Jack, un vecchio fabbro ubriacone e taccagno. Nella notte di "Ognissanti" (All Hallows Eve), egli tentava di tornare a casa barcollando per l’alcol. Il Diavolo, avido e in anticipo sui tempi, decise di reclamare la sua anima prima che il senno dell'irlandese svanisse del tutto. Jack convinse il Diavolo a esaudire l’ultimo desiderio di un ultima bevuta. "Purtroppo", disse al Signore delle Tenebre, "non mi ritrovo nel portafoglio neppure il becco di un penny. Pertanto, signor Diavolo, potrebbe trasformarsi in una moneta da sei penny, onde consentirmi quest'ultima bevuta?". Non appena il Diavolo si trasforma in una moneta da sei penny, si trovò imprigionato dal furbo Jack, che lo infilò velocemente nel suo portamonete, in compagnia d'un crocifisso d'argento. Non potendo trasformarsi nella sua reale forma per l'effetto deleterio del simbolo cristiano, il Diavolo accettò l'ulteriore proposta fattagli di Jack: posporre di un anno la presa della sua anima. Jack decise che in quell'anno avrebbe fatto di tutto per migliorare il proprio comportamento. Ma i suoi buoni propositi ben presto svanirono nel nulla e il fabbro ricominciò con la vita dissoluta: così l'anno dopo, la notte di Ognissanti, si ritrovò ancora a dover affrontare il Diavolo che acconsentì a esaudire un nuovo desiderio: “prendere quella mela all'estremità di quel ramo …". Mentre lo afferrava, il furbo Jack, sotto di lui, incise sul tronco dell'albero una croce, così che il Diavolo rimase appeso al ramo. E Jack: "Se la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima". Il Diavolo accettò. Un anno dopo Jack morì e si presentò alle porte dell'Inferno ma il padrone di casa gli sbarrò la strada. Jack si guardò indietro, e vide solo buio. Il principe delle Tenebre prese un tizzone infuocato dalla fornace eterna e glielo lanciò. Jack, che per qualche strana ragione aveva con se una grossa rapa, la intagliò e ci mise dentro il pezzo di carbone incandescente, per illuminarsi la strada per casa. Gli immigrati irlandesi, una volta arrivati in territorio americano, non trovarono rape sufficientemente grosse da poter essere intagliate. Ma trovarono le zucche, che fu un degno sostituto della rapa. La zucca viene utilizzata perché si pensa che, durante la notte di Ognissanti, possa tenere lontani dalle case gli spiriti dei defunti che, al pari di Jack, tentano di ritornare alla propria casa.

Le origini di Halloween e la storia di Jack non hanno forse il sapore del macabro, della paura e dell'assenza di speranza? Come si fa a trasmettere questa tradizione ai bambini?  Dov’è il divertimento? Se proprio si vuole usare questa occasione per divertirsi si organizzino feste di 'Ogni santi' all’insegna del positivo e del bello soprattuto per i bambini.

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