Con la “partenza” di Emilio Del Villano destinazione Paradiso si arriva con la fantasia memoriale di tanti romantici come me, ai tramonti della spiaggia dove esisteva un primo spazio in cui lui, tavola dopo tavola, ha creato in potenza quello che sarebbe diventato il più grande e famoso stabilimento balneare di San Salvo Marina.
Un luogo, inizialmente, incantevole dove, mentre il giovane biondo e bel Emilio, dall’alba al tardo tramonto, senza tregua, con il caldo cocente, il vento accecante e la pioggia incessante, lavorava a tutto tondo come il globo rosso solare che lo guardava dall’alto.
Non si accorgeva di chi ascoltava, con i colorati mangiadischi, le note di quella musica che faceva battere il cuore degli innamorati che, senza ombrellone, erano sdraiati sugli asciugamani della dote materna dai colori tenui e delicati e rimanevano ore e ore per trasmettere sguardi, solo sguardi, tanto attesi prima di arrivare al mare e attentamente ripassati nella mente e nell’anima (e sognati nella notte).
Il moscone di celeste legno, di nascosto dai genitori, ci portava a largo, mentre il mare limpido e terso ascoltava le poche ma intense parole d’amore che si sussurravano, tra i pudichi baci, mentre il cuore batteva forte forte come Rita Pavone cantava.
Non c’erano i telefonini né altri sofisticati mezzi a rendere difficile il facile e fare dell’amore un confusionario ed assurdo sentimento inesistente ed inconsistente.
Emilio oggi mi rimanda ai versi danteschi “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse” dal momento che spesso lui era l’inconsapevole intermediario nei momenti in cui si poteva parlare e guardare negli occhi di chi poi con un solo sguardo trasmetteva preziosi ed indimenticabili messaggi (d’amore),
Caro Emilio, tu forse non lo sai, ma tanti, come me, ti rimpiangono e con le lacrime agli occhi ti ricorderanno sempre anche per le emozioni d’amore, scritte per sempre sulle pagine di sabbia che, ancora oggi, riecheggiano con una intensità spirituale e sensuale da fare meravigliosamente paura e stupore….. e intanto non cessa la musica (delle chitarre degli Indios Tebajaras di Maria Elena) che continua ad essere la colonna sonora della nostra età più bella.
Grazie Emilio, grazie di cuore e possa tu riposarti come non hai fatto mai e sorridere all’infinito, con i tuoi occhi celesti come il mare che hai amato più della tua vita. I tuoi figlioli e le loro famiglie, hanno continuato e continueranno la tua strada, perché il tuo segno rimanga indelebile per sempre.
Con l’affetto di sempre.