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Lettera ad un amico: nel ricordo di Nicola Di Fabio

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Hai scelto il primo giorno di primavera per volare via… quasi a dire: "lo faccio oggi, perché voglio sbocciare in un mondo migliore".

Si, un mondo migliore, perché questo, non è stato sicuramente generoso con te, caro Nicola. Una famiglia umile la tua, ma così piena di valori e sani principi, da farti crescere e diventare l'uomo che eri, nonostante le mille difficoltà da affrontare quotidianamente. Sei stato il mio primo compagno di banco, era la prima elementare, e non dimenticherò mai quel primo giorno. 

Ero seduto al primo banco, il posto di fianco a me rimasto vuoto, ero solo, con l'ansia e la paura del primo giorno di scuola, quando dall'atrio si sente un gran baccano... un bimbo che tra urla e pianti cercava di dimenarsi dalla presa della povera mamma che con tanta fatica riuscì a portarlo in classe. Ma te lo ricordi, il casino che combinasti quel mattino? Non volevi assolutamente entrare in classe, forse come tutti noi, spaventato da cosa potesse accaderci da quel giorno in avanti, senza sapere che quello sarebbe stato solo l'inizio dei giorni più belli della nostra vita. 

Da quel giorno diventammo amici e la scuola non ci sembrò poi cosi brutta. Una classe fantastica la nostra, i giorni volavano in fretta tra studio, pazzie di ogni genere e giochi spensierati. Ma poi passano gli anni, si diventa grandi e la vita ci mette alla prova, tra gioie e dolori, tra progetti realizzati e fallimenti indesiderati, si passa dalla spensieratezza della gioventù alle preoccupazioni della maturità, si mette su famiglia e un po’ ci si perde, i contatti si allentano e insieme a loro i legami che ci tenevano stretti. 

Ma noi non ci siamo voluti arrendere a questa legge non scritta... e così le nostre brave e belle compagne di scuola, con la loro proverbiale pazienza e bravura, hanno pensato di riunirci tutti, per ritrovare, almeno per un giorno, la gioia di quei bambini spensierati delle scuole elementari.
Fu proprio in quell'occasione, che scoprimmo il momento difficile che stavi attraversando.
Lontano da San Salvo, in clinica da solo, a lottare in attesa di un trapianto che verosimilmente non è mai arrivato.
Fino alla fine abbiamo cullato il grande sogno di ritrovarci ancora una volta tutti insieme e questa volta anche con te, ma evidentemente il disegno Divino era un altro. 

Ciao Nicola, fai buon viaggio e che la terra ti sia lieve.
Ora sei lassù a proteggerci, mentre danzi tra le nuvole con i tuoi calzettoni rossi.

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