Il pomodoro (pammadòre) è il re della cucina, dell’orto e dell’estate . E’ uno degli ingredienti principali, originario delle regioni basse delle Ande.
Bisogna scegliere i più maturi, perché contengono una quantità di betacarotene 4 volte maggiore rispetto ai verdi.
Mangiare i pomodori conditi con abbondante olio extravergine di oliva, così il licopene viene assorbito meglio.
Nel licopene sono stati riscontrati poteri protettivi nei confronti del tumore alla prostata.
Un piatto di pasta al sugo di pomodoro può diventare “simbolo” di lotta all’infarto, come una bruschetta, una salsa ristretta, un San Marzano, spaccato a metà e condito, un Pachino mandato giù con una mozzarellina.
Abbiamo scoperto che le famiglie sansalvesi hanno il primato per il consumo di pomodori.
Gli scaffali delle loro cantine sono pieni di bottiglie di pomodori.
Ai Salvanesi, i pomodori piacciono in tutte la “salse”, ma impazziscono quando si trovano davanti un piatto di pammadòr’anzalate.
A prima vista “le pammador’anzalàte sembra un “piatto” molto semplice da preparare, invece è una vera ghiottoneria d’arte.
Ecco un’antica e semplice ricetta legata alla tradizione contadina salvanese: ” Sbucciare i pomodori, tagliare a fettine. Inserire gli ingredienti: tre o quattro foglioline di basilico sbriciolate con la punta delle dita, uno spicchio d’aglio triturato, un peperone rosso còrne de cràpe, una foglia di prezzemolo, un pizzico di origano (pelàije), un po’ di peperoncino piccante, sale.
Mescolare bene insieme e mettere in frigo per mezz’ora.
Appena tolto la casseruola dal frigorifero, bisogna aggiungere olio extravergine d’oliva e un cucchiaio d’acqua.
Le pammadòr’anzalàte è pronta per essere servita a tavola
Il tutto va accompagnato da pane casareccio e da un vino rosato.
Provate questa ricetta fantastica e vedrete che rimarrete colpiti dall’ottimo sapore!