Nella vita è necessario, innanzi tutto, credere nel lavoro che si svolge, superando con spirito di sacrificio le inevitabili difficoltà che si presentano di volta in volta. Abbiamo incontrato Ettore Altieri, giovane scultore sansalvese nel suo laboratorio di via Stingi, dove a capo chino, munito di martello e scalpello, trasforma i blocchi di pietra bianca della Maiella in autentiche opere d’arte.
Occhiali alla John Lennon, cordiale, cortese, aperto, modesto. A San Salvo gli vogliono bene perché scorgono in lui il buono che c’è dietro quell’aspetto da studente universitario sicuro di sè.
Questi i punti salienti della sua vita.
Ettore manifesta il suo amore per la scultura già dalle scuole elementari. Frequenta le scuole medie a Vasto e, successivamente, l’Istituto d’Arte, diplomandosi con un’ ottima media. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove apprende l’arte della lavorazione della pietra.
La pietra è fredda - afferma Ettore - ma dentro c’ è un’ anima che vuole venire fuori; io cerco di dare forma alla gelida pietra e di liberare quell’ anima”. Segue le “orme”di due grandi artisti romani: Elena Molen e Bruno Liberatore. Emigra in Belgio per studiare in una importante università, dove acquista piena padronanza nella lavorazione della pietra e del bronzo. Vince una borsa di studio a Budapest. Dopo un anno si trasferisce a Varsavia per ampliare le sue conoscenze. Anche in terra polacca manifesta la sua grande versatilità artistica, vincendo un’ altra borsa di studio. Torna nel suo paese natìo, a cui è legato da un rapporto d’amore e realizza, tra le altre opere, un meraviglioso medaglione in bronzo, su cui raffigura la sua città. Su invito del Ministero della Cultura italiana raggiunge la Romania per tenere diversi cicli di lezioni sulla scultura italiana. Partecipa in Spagna ad un concorso artistico. Tra 170 concorrenti provenienti da ogni parte del mondo (Iran, Cina, Australia) risulta il primo in graduatoria. Realizza un meraviglioso monumento, che oggi è ben custodito in un grande museo della Spagna. Nel 2002 realizza a Vasto, su commissione del Rotary Club, un monumento alla pace raffigurante il globo terrestre trafitto da raggi di luce. Un altro capolavoro di Ettore Altieri è la lampada votiva in argento da lui realizzata nella chiesa di San Nicola di Pollutri, inaugurata il 27 novembre 2003. Continua a ricevere molti inviti, specialmente dall’ estero, per una sua sistemazione definitiva, ma lui è irremovibile. “Sono nato a San Salvo - afferma Ettore - un paese che amo e dove spero di restare per tutta la vita”. Quasi tutti gli artisti adorano la solitudine. Ettore preferisce, invece, le piazze, i bar, i luoghi dove può incontrare gente.“Bere un bicchiere di vino con gli amici - continua - è la cosa più bella che esista. L’ ispirazione viene, stando in mezzo alla gente”. Ettore, infatti, ha l’ intimo bisogno di vivere sempre a contatto con la gente, tra la gente, per la gente. Conclude la nostra “chiacchierata” con queste parole: “ Non sono ricco, ma sono libero e felice”. Un detto popolare sansalvese a proposito di libertà, dice “E’ mejie ‘nu gramme di libertà che’nu chile d’ore”. Il sommo poeta, nel “ Purgatorio”: “ Libertà va cercando, ch’ é sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Ettore Altieri, non si è lasciato trasportare dal successo; egli resta, pertanto, un figlio del popolo, un felice giovane che vive nella semplicità; un grande artista che, come “salvanesi”, siamo orgogliosi di avere tra noi.
Michele Molino