Anche gli abitanti di San Salvo, durante e dopo gli eventi bellici, hanno pagato un pesante tributo di sangue. La popolazione per sopravvivere alla fame e agli stenti ha dovuto compiere sacrifici enormi. Una delle principali “attività” era la raccolta delle schegge per le campagne. La mattina del 5 febbraio 1947, Vitale Cavalcante e il figlio Carmine sono intenti a disinnescare un ordigno bellico nella zona del Recchione de le mònache. All’improvviso la bomba esplode. Una grandinata di schegge investe i due corpi. La deflagrazione richiama l’attenzione di alcuni contadini, che rimangono inerti davanti ai due corpi dilaniati e ai rivoli di sangue nel terreno. Vitale e il figlio sedicenne vengono issati sul carretto di Giuseppe Colombaro e accompagnati fino al cimitero.
“Ricordo bene- ha dichiarato Antonio Bracciale, dipendente comunale in pensione- quel giorno di febbraio, ho visto personalmente i due corpi adagiati su un carretto, avvolti in un telo marrone”.
Michele Molino