Vito Di Petta, figaro per 51 anni”
"Chiamàtemë bbarbìrë e non parrucchiérë”
L’incontro avviene nel suo “salottino” che si affaccia su via Roma. L’ambiente è cordiale e amichevole.
Vito Di Petta ha raggiunto la soglia dei 64 anni, ma ha ancora tanta voglia di continuare la professione di barbiere, che egli pratica dal lontano 1955.
E’ un piacere frequentare la “puteche” di mastro Vito. I clienti (ne sono veramente tanti) oltre che a chiedere a Vito il taglio di capelli e barba, s’intrattengono più del dovuto nel suo locale per discorrere, per leggere la stampa quotidiana o un buon libro. Ogni giorno, mastro Vito, mette a disposizione della sua clientela, non meno di tre quotidiani. Non è mai assente sul tavolino del suo salone, il periodico “la Voce”, che legge con una predilezione speciale dall’epoca della sua fondazione. Vito è amante della cultura e arte sansalvese. Nella vetrina della sua bottega ha in esposizione testi di autori locali (una collezione di oltre 50 titoli). Numerosi sono i passanti che si fermano a guardare attentamente l’interessante e originale raccolta. Vito Di Petta è nato a San Salvo. A undici anni lascia da parte i divertimenti, che l’età meritava, per affrontare direttamente la vita con i suoi problemi e le sue esigenze. Inizia a lavorare da apprendista muratore con Andrea Del Villano. Dopo sette mesi, depone la cazzuola e va ad apprendere la non facile arte del barbiere presso mastro Angelo Trisi,“lu rumàne”(il romano).
Nel 1958 muore prematuramente il padre. Vito si accorge che deve darsi da fare per aiutare la famiglia. E’ avvertito da un suo amico che c’è un posto da “lavurande” (aiutante) a Vasto, presso la rinomata barberia del maestro Liberatore De Filippis “lu prusitane” . Mastro Liberatore nota subito che quel giovane apprendista ha, nel suo comportamento e nel suo stile di lavoro, qualcosa di diverso dagli altri ragazzi. I primi apprezzamenti provengono da Floriano Cannarsa, un personaggio vastese di notevole carisma. “ Liberatà, ssu bbardasce è adàtte pi ffà lu vuarivìre”. (Liberatore, questo ragazzino è adatto a fare il barbiere). Vito, in poco tempo, acquisisce l’esperienza e la piena padronanza del proprio mestiere. In sei anni di apprendistato, si assenta per soli 16 giorni. Infatti, finisce per accattivarsi la stima di mastro Liberatore. A diciassette anni appena compiuti, si sente pronto per avviare un’autonoma attività di barbiere. Vito apre la barberia a San Salvo in uno stanzino ricavato da un piccolo alloggio di via Roma. Gli è di conforto, l’esperienza maturata alle dipendenze del suo maestro Liberatore De Filippis. Ha la possibilità di usufruire degli insegnamenti e delle valide indicazioni di “Mastre Narducce” rinomato barbiere vastese e profondo conoscitore delle poesie del grande artista vastese Luigi Anelli. Vito acquisisce una buona professionalità nel lavoro, riuscendo ad instaurare un rapporto di fratellanza e di amicizia con i suoi clienti. Non trascura le persone bisognose di aiuto, e ancora oggi presta la sua opera, in caso di necessità, presso persone diversamente abili. “I miei clienti - ha affermato mastro Vito - sentono la necessità di confidarmi i loro segreti. Cerco di dare un consiglio positivo a tutti. Una buona parola, detta al momento giusto, può rivelarsi decisiva per far uscire una persona da uno stato di scoraggiamento e di sfiducia in se stessa”. La sua straordinaria semplicità è l’estrema conseguenza di una profonda umanità, di un suo accorrere prezioso in aiuto degli altri. Vito conserva quel senso di modestia insito in chi crede nei valori della vita. Si schernisce di fronte a chi lo chiama “parrucchiere”. “Chiamàtime barbìre” (Chiamatemi “barbiere”) - risponde prontamente. Per lui, il lavoro è un mezzo per arricchire la personalità. Vito è stato sempre coerente con i principi dell’onestà, del rispetto, dell’altruismo, della solidarietà, che ereditati dai suoi genitori, hanno rappresentato il filo conduttore della sua vita. Oggi, maste Vite (lo chiamano così a San Salvo) è un uomo soddisfatto di se stesso e del suo operato.
Michele Molino