Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Le casalinghe sono considerate poco

Meglio la donna che ha un lavoro monetizzato?

Condividi su:

Le donne sono state sempre considerate inferiori agli uomini.

Nella Grecia antica erano considerate ignoranti, e per loro non c’era posto nell’organizzazione sociale.

Nell’Antica Roma l’infedeltà della donna era considerata come un delitto che il marito poteva punire anche con la morte: l’infedeltà del marito era considerato un piccolo errore.

Con l’avvento del Cristianesimo la situazione migliora, perché venne rivalutata la figura della madre e della famiglia.

Nel Medio Evo la donna è relegata in un ruolo subalterno, ancora oggi in molti paesi islamici le donne sono considerate schiave e vengono private del diritto di voto.

I problemi non mancano nemmeno nella società ricche,  perché permangono anche qui delle differenze sociali.

Si apprezza di più una donna che ha un lavoro, cioè un reddito che la rende indipendente, che “una semplice casalinga”  (vero motore dell’economia italiana). 

Le casalinghe svolgono un lavoro  improbo,  ma nessuno le considera più di tanto.

Cucinare, pulire, stirare, rammendare, accompagnare i bambini, accudire gli anziani , fare la spesa,  sono  soltanto  alcune  attività alle quali  le massaie devono provvedere a risolvere. 

Un  lavoro umile e faticoso,  svolto nel completo silenzio del perimetro di casa sua

Pochi mariti cercano di dar loro una mano.

La maggior parte degli uomini  resta nella convinzione che i lavori domestici spettino esclusivamente alle donne.

Gli uomini dovrebbero fare questo esperimento  per capire quanto sia faticoso, così le apprezzerebbero di più

Le casalinghe, pur svolgendo un ruolo prezioso per la famiglia,  non percepiscono reddito monetizzato, non hanno diritto al risarcimento in caso di infortunio dovuto ad un incidente stradale.

Lavorano  per 60 ore alla settimana compresa la domenica.

Se si dovesse pagare il durissimo lavoro che svolgono non basterebbero 1.500 euro al mese.

Perché non viene riconosciuto un “piccolo emolumento” per le donne e madri  che al già menzionato duro lavoro casalingo, vivono in condizioni di povertà?

Cosa ne pensano i nostri lettori e le nostre lettrici? 

Il dibattito è  aperto!

Condividi su:

Seguici su Facebook