Lorenzo, protagonista del romanzo di Fabio Volo, è un ragazzo sveglio e curioso che si racconta mediante vicende significative del suo vissuto. Si muove tra vari aspetti per tracciare in maniera definita e profonda non solo il personaggio ma, soprattutto, la sua vita. Emergono fragilità e residui di un infanzia contraddistinta da una figura paterna quasi assente, con la mente sempre altrove, volta perennemente ai doveri pratici di uomo e padre tralasciando l’aspetto affettivo che segnerà il ragazzo molto più profondamente di quanto ci si aspetti. Un padre che non vive la sua vita fa crescere un figlio incapace di vivere a sua volta, che fa fatica a gioire ed amare, che ha sempre paura, che non si lascia andare, bloccato. Il senso di colpa nei confronti di un padre, che lo ha ferito spesso con piccolissime disattenzioni, emerge quando questo genitore si ammala, insieme al senso di protezione e alla paura di perdere qualcuno che solo ora sta iniziando a conoscere.
Il personaggio si perde e perde. Infatti la donna che ama è costretta a lasciarlo poiché lui è incapace di farsi amare. Lei, la donna amata, quella definitiva. Lei, il suo tutto, senza cui si sentiva incompleto, definendosi appunto “mezzo profumo”. Lei che lo ha lasciato. Si configura come decisiva la rottura tra i due poiché grazie a quest’assenza Lorenzo riconosce i suoi limiti e riesce ad arrivare al quel faticoso “noi” che non riusciva ad accettare. Il ragazzo coglie l’importanza effettiva delle piccole cose, la leggerezza di un respiro della persona amata nella notte, il peso schiacciante di un assenza, il desiderio di una presenza costante, i piccoli gesti si presentano come una fonte enorme di felicità. Dopo due anni di rottura e 294 pagine vi è un punto, che lasciamo scoprire al lettore.
Il tempo che vorrei è il tempo desiderato, è il tempo che occorre, quello di cui necessitiamo per riallacciare rapporti, per crescere, migliorare e gioire. Tuttavia è anche il tempo per affrontare la possibilità di perdere e lasciare andare. È il tempo che tutti vorremmo. È il tempo che ognuno di noi merita per poter scrivere la propria storia.