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La finestra sul cortile

“Siamo una bella razza di guardoni”.

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Prodotto negli States nel 1954, la La finestra sul cortile sotto la sapiente regia di Alfred Hitchcock diventa una delle pietre miliari del grande cinema ed  è, quasi certamente, il suo film più rappresentativo. Hitchcock viene definito  “uno che fa sempre lo stesso film, ma tutti diversi l’uno dall’altro, uno che è sempre perfettamente riconoscibile ma mai conoscibile fino in fondo.” Negli anni Cinquanta il regista è pieno di entusiasmo e voglia di sperimentare, sperimenta nuovi stili e soluzioni narrative. Il cinema in questo periodo rappresentava per lui una sfida.
Questo film non sfugge alle preferenze di Hitchcock circa gli ambienti, esso infatti si sviluppa interamente all’interno di un unico condominio, e circa il punto di vista, che è quasi unicamente di un solo personaggio.
La storia proviene da un racconto di Cornell Woolrich, utilizzato più volte dal cinema, ma per la prima volta da Hitchcock.
I personaggi principali sono affidati al grande talento di James Stewart e Grace Kelly. Il protagonista è un reporter che essendo in una posizione di impossibilità al movimento (costretto su una sedia a rotelle per una gamba rotta) concentra la sua attenzione sul piccolo mondo che la circonda: il piccolo scorcio del suo condominio. Tutto ciò grazie a uno strumento personale che lo caratterizza: la macchina fotografica, che si trasforma da strumento di lavoro a mezzo per spiare. Dalla sua finestra il reporter inquadra tutti i generi di Hollywood:il pianista (musical), la ballerina(commedia) , la zitella (melodramma). Nell’appartamento di fronte l’uomo teorizza un omicidio di una donna invalida da parte del marito con conseguente liberazione del cadavere. Nessuno crede alla trama architettata da Jeff, che si limita a guardare mentre è,invece, Lisa ad agire, esponendosi al rischio in cambio del sospirato matrimonio.  La colpa del protagonista sarà,invece, espiata con la rottura dell’altra gamba.
La tradizionale love storycon Lisa Freemont, invece,  si volge all’interno dell’appartamento.

Questo film abbraccia alcune delle ossessioni care a Hitchcock: l’impotenza, la colpa, la suspance, la sfida con se stessi.

 Questa vicenda coinvolge lo spettatore a partecipare all’indagine per saperne di più. Ci si affianca, infatti, al protagonista, ci si sente impotenti e desiderosi di conoscere la verità.

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