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Cuore di cane

"Col terrore non si ottiene nulla da nessun animale qualunque sia il suo grado di sviluppo. L'ho sempre affermato, lo affermo e lo affermerò sempre. È inutile credere di poter fare qualcosa con il terrore."

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Uuuuuuuhhhhhhh” è con un guaito che inizia il romanzo fantascientifico di Bulgagov. A raccontare in prima persona è un cane, un randagio malaticcio e infreddolito che soffre la fame per le vie di Mosca. È quindi sotto il suo punto di vista che prende forma il romanzo. La visione canina del mondo umano si presenta dunque schietta, vera, anche un pò crudele ma mai cattiva, perché in vero la cattiveria appartiene agli uomini e non agli animali. Proprio di questo parla, a mio personalissimo parere, la storia.
Questa racconta di una trasformazione: da cane a uomo, da buono a meschino. Il randagio protagonista viene raccolto dalla strada grazie all’opera apparentemente caritatevole di un magnanimo dottore. Sarà proprio il buon uomo a dargli un nome: Pallino. In casa del buon uomo la bestiola sarà curata e coccolata. I pensieri del cane, ingenuo e docile, sono colmi di gratitudine e affetto per il padrone. L’atmosfera di pace e grazie viene rotta così repentinamente da non lasciare a Pallino il tempo di capire nulla. In pochi istanti il cagnolino viene sedato e due medici si affacciano sul suo corpo per una sperimentazione. Inizia così una lunga operazione che mette a rischio la vita della bestiola ma che dopo varie complicazioni  risulta conclusa per il meglio. Ma è proprio ora che hanno inizio le complicazioni. Il cane inizia a tramutarsi in un uomo, acquisendo pian piano linguaggio, postura e sembianze umane. La tragicità dell’evento fantascientifico si rivela però nella connotazione intima dell’essere. Da cane dolce e affettuoso a uomo rude,maleducato e abietto. Sia le parole che i comportamenti lo identificheranno come un essere senza morale, senza scrupoli, ne limiti. È proprio questo il fulcro del racconto a mio parere. La contaminazione del puro. I dottori tentano l’intervento con tutte le migliori intenzioni, ma la scienza in questo caso inorridisce dinanzi al risultato. Tecnicamente l’esperimento sembra riuscito poiché la genetica dell’essere è stata modificata, ciò si configura quindi come un grande traguardo, ma i dottori sentono di non aver conquistato nulla. le riflessioni del dottore-padrone verteranno proprio sulla modificazione di quest’essere tanto da portarlo a pentirsi e invertire la trasformazione. La scienza può molto, ma qui riconosce i propri limiti.
Con quest’opera l’autore, inoltre, muove parallelamente una critica alla situazione sociale russa del tempo.
Opera brillante, innovativa, con una grande capacità di sorpresa e di spiazzare il lettore. Sottile, cruda in alcuni passi, tenera in altri, ripugnante in altri ancora. Racchiude al suo interno molti aspetti,molte riflessioni che porteranno il lettore ad interrogarsi.

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